La situazione della sanita’ pubblica, in particolare quella ospedaliera, e’ veramente tragica. La continua spoliazione dello Spoke Rossano-Corigliano ne e’ un segnale evidente mentre cresce a dismisura il disagio degli utenti. Individuarne le responsabilita’ politiche ed amministrative non e’ facile ma qualcosa emerge dal ginepraio degli atti e delle procedure.
L’ipotesi che i ”tagli” , quelli gia’ in essere e gli altri piu’ o meno annunciati, siano stati programmati anche in virtu’ dei ”tempi brevi” dell’insediamento ospedaliero della Sibaritide, sembra trovare, anche se indirettamente, conferma in un’articolata e circonstanziata lettera che il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico, Antonio Gentile, ha scritto al presidente della Regione, Mario Oliverio. Gentile , riferendosi alle scelte operate dalla Struttura Commissariale, parla dei ”disservizi conseguenti alla chiusura di alcuni ospedali, e alla riduzione di prestazioni sanitarie, ”in attesa della costruzioni delle nuove strutture ospedaliere”, fra cui quella della Sibaritide. Dunque, via libera ai ”tagli” tanto ”a breve” i bisogni della gente sarebbero stati pienamente soddisfatti dalla costruzione del meganuovo ospedale. Senonche’ lo stesso Sottosegretario e’ costretto ad ammettere, denunciandolo nella sua lettera, che ”dopo sei anni dall’aggiudicazione delle gare, si ritorna al punto di partenza”. E c’e’ di piu’: Gentile sostiene che ”il sempre annunciato e mai realizzato, avvio dei lavori non puo’ essere addebitato a soggetti terzi ma all’incapacita’ delle Strutture regionali che hanno seguito l’iter procedurale”. Di qui la proposta del Sottosegretario di una Commissione d’inchiesta per comprendere cosa sta succedendo. ” Qualora ve ne fossero le condizioni e la necessita’ , scrive Gentile – costituire una Commissione regionale d’inchiesta ad hoc, al fine di accertare le responsabilita’ di tutte le Strutture, Commissario ad acta compreso”. Intanto, nelle ”more” dell’ipotetica commissione d’inchiesta e con il rischio che sfumino i cospicui finanziamenti (500 milioni di euro ripartiti per gli ospedali di Sibari, Vibo e Gioia Tauro, sul cui importo i cittadini calabresi stanno gia’ pagando i relativi mutui) , e’ pienamente legittima la richiesta di ripristinare la situazione delle funzioni e servizi dello Spoke Rossano-Corigliano, precedenti ai ”tagli” operati dalla Struttura Commissariale anche sulla base di una ”copertura” di bisogni ed esigenze che ci sarebbe stata a breve. Ovvero in attesa del ”dopo” , che ora sembrerebbe non risultare ”certo” , devi, intanto, rinunciare a quanto avevi. E’ un’ingiustizia sociale con sistematico annientamento di diritti , a fronte della quale non si puo’ restare inermi. Di qui la proposta di una ”mobilitazione referendaria”, ovvero dare la parola al popolo affinche’ si pronunci sull’indispensabile e necessario ripristino dei servizi e delle funzioni ospedalieri finiti nei ”tagli” della struttura commissariale. Sara’ il Sindaco, sulla base dell’auspicabile unanime volonta’ popolare, ad avviare un ”percorso partecipativo” per valutare la possibililita’ di ripristinare la situazione dello Spoke-Rossano-Corigliano cosi’ come era prima del decreto del Commissario ad Acta.
Oggetto della richiesta di referendum non è tanto la materia ‘sanità’, che non e’ di competenza del Comune, quanto l’esercizio della potestà consultiva dell’ente locale. Infatti il riferimento del quesito all’ospedale spoke Corigliano-Rossano non può considerarsi ostativo all’ammissibilità dell’istanza, posto che l’oggetto della richiesta di referendum e’ il percorso partecipativo che il Comune può adottare, in quanto soggetto istituzionale più vicino in assoluto al singolo cittadino, per contribuire a determinare linee di indirizzo su questioni che incidono sulla comunità locale. Sono,infatti, di competenza esclusiva comunale, le funzioni di rappresentazione, monitoraggio, verifica e valutazione dei servizi sociali e socio-sanitari, al fine di presidiare l’equità, l’efficacia e l’equilibrio della rete dei servizi erogati nel proprio ambito. Se da una parte la giurisprudenza del Consiglio di Stato cosi’ anche lo Statuto del Comune limita l’ammissibilità della richiesta di referendum alle materie di esclusiva competenza comunale, dall’altra occorre attribuire al concetto di materia di ”esclusiva competenza comunale” una interpretazione costituzionalmente orientata, pena l’impossibilità di poter indire qualsiasi referendum consultivo comunale, con definitivo svuotamento dello strumento partecipativo.
La richiesta di referendum consultivo appare ammissibile anche sotto il profilo della formulazione del quesito referendario (”Volete voi che l’Amministrazione comunale avvii un percorso partecipativo per valutare la possibilità di ripristinare la situazione dello spoke Corigliano-Rossano cosi’ come era prima del decreto del Commissario ad Acta sulla ridistribuzione della rete ospedaliera calabrese?), in quanto possiede i requisiti di “chiarezza e completezza” richiesti dalla giurisprudenza della Corte costituzionale per l’ammissibilità.
Domenico Campana
Componente Ufficio Politico Movimento Nazionale per la Sovranita’.