Apertura dei cantieri il 9 novembre (?)
Che sia finita l’era delle prese per i fondelli, non ci crede ancora nessuno. Perché dal 2006 ad oggi, a queste latitudini, se ne sono ascoltate di tutti i colori. Promesse come se piovesse, guarda caso, alle vigilie di qualsivoglia competizione elettorale, possibilmente regionali.
Passerelle e finanche tre presentazioni in pompa magna, tre, del progetto definitivo, l’ultima dei quali al castello di Corigliano esattamente un anno fa.
Stiamo parlando dell’ospedale della Sibaritide, una chimera, una tela di penelope che vede i suoi natali nel lontano 2006. Fu allora un’ordinanza di protezione civile nazionale a innescare “l’immane burla”, i cui spiccioli stanziati – 144 milioni – e per i quali la regione sta pagando mutui, fanno tanto gola a Cosenza per il “nuovo” Annunziata (Come non ricordare, nel caso di specie, la simpaticissima sortita di Dalila Nesci, deputata grillina: http://www.dalilanesci.it/tour-sanita-tappa-a-cosenza-fare-qui-uno-dei-quattro-nuovi-ospedali/).
Nonostante questa sia un’altra storia – sulla quale le due amministrazioni comunali pro tempore di Corigliano e Rossano hanno l’obbligo di vigilare con tutti i mezzi a loro disposizione – la buona nuova di queste ore ma da prendere con le pinze e con l’obbligo dei condizionali è che la faccenda pare si stia sbloccando.
Lo avrebbe mormorato il delegato alla sanità regionale, Franco Pacenza, ad una riunione per la ricostruzione del Pd provinciale.
I lavori del costruendo Ospedale della Sibaritide che, com’è noto, dovrebbe sorgere a Insiti, “terra di mezzo” fra i comuni di Corigliano e Rossano, sarebbero passati dalla Tecnis – impantanata in tutta una serie problemi – alla Pessina, con sede a Milano e già impegnata nella progettazione/costruzione di alcuni ospedali come quello di La Spezia, Vimercate, Garbagnate Milanese, il “Sacco” di Milano e della nuova sede della Regione Lombardia. Un pedigree di prima grandezza, dunque, ove dovessero trovare conferma le voci spifferate da Pacenza.
Il braccio destro “sanitario” di Oliverio avrebbe anche spiattellato delle date da segnare in rosso sul calendario: pare che il prossimo 31 ottobre sarà ufficializzato il passaggio di consegne fra Tecnis e Pessina, che i cantieri apriranno a Insiti il 9 novembre e che ad inizio dello stesso mese sarà proprio il governatore Oliverio a recarsi in loco per supervisionarne l’iter.
Non succede perché non succede – e giustificano un eccessivo pessimismo i 10 anni di incredibile attesa – ma se succede, allora bisognerà darne i meriti a Mario Oliverio, terzo presidente della Regione con questa patata bollente fra le mani.
D’altronde due cittadine possono essere palleggiate. Palleggiare, però, la terza città della Calabria, risulterebbe, in effetti, un’impresa titanica. E siccome il presidente della Regione ha dimostrato con i fatti di volere questa fusione fra Corigliano e Rossano – sperando che continui a monitorare la situazione e ad approvare la legge “Graziano” nei tempi stabiliti senza ulteriori tentennamenti come vorrebbe qualcuno per niente favorevole che ancora parla – non vediamo perché non ci si debba sforzare un altro po’ a credere che l’ospedale della Sibaritide sarà costruito. Ma soprattutto che, nel frattempo, i due ospedali del polo spoke di Rossano e Corigliano siano messi nelle condizioni di erogare un servizio sanitario degno di tal nome ad una città di 80 mila abitanti ed all’intera Sibaritide che di abitanti ne conta “appena” 200 mila.
Luca Latella