È davvero sorprendente che la politica non abbia ancora avviato una seria discussione sulla scarsa partecipazione registrata in occasione del referendum (consultivo) sulla fusione delle città di Corigliano e Rossano. Domenica 22, alla chiusura dei seggi, la percentuale è stata, a Corigliano, pari a poco più del 30% (40 a Rossano): un risultato ridicolo,
difficile da prendere sul serio, anche sul piano formale, se si considera chi ha votato e che della questione fusione se ne è parlato per mesi e mesi dappertutto, fino allo sfinimento. Ciò vuol dire che avevano ragione quanti ritenevano che si trattasse di un’operazione elitaria, poco sentita dalla popolazione, anzi detestata, poiché condotta nei soliti salotti più o meno buoni