La Corte d’appello di Catanzaro ha convalidato l’esito del referendum sulla fusione di Corigliano e Rossano dello scorso 22 ottobre. Fin qui una ottima, splendida, notizia, nonostante il risultato non sia ancora stato comunicato alla Regione Calabria. Ma sarà questione di ore.
Dopodiché ne attenderemo la pubblicazione sul Burc e da quel momento in poi scatteranno i 60 giorni per l’approvazione in consiglio regionale della proposta di legge “Graziano”. Immediatamente o quasi, la Regione chiederà al Prefetto di Cosenza di nominare un commissario unico che sarà comunque affiancato dai sindaci in carica mentre decadranno consigli comunali e giunte municipali. La “triade” accompagnerà le due città al voto unico, presumibilmente entro un anno, dopo tutti gli adempimenti del caso, con in primis la “fusione” dei due bilanci comunali in uno unico.
«Il Consiglio regionale – riporta l’articolo 45 della legge regionale 13 del 1983 che regolamenta i referendum – DEVE deliberare relativamente al progetto di legge o di provvedimento sottoposto a referendum consultivo ENTRO 60 giorni dalla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale dei risultati del referendum».
Non citiamo a casa la legge regionale. La riportiamo integralmente per fare chiarezza, perchè qualcuno sostiene che il termine di 60 giorni non sia perentorio. Ma principalmente per invitare a far chiarezza soprattutto in colori i quali, su una sponda e sull’altra del Cino, starebbero andando e venendo da Reggio e Catanzaro per mendicare un rinvio dell’approvazione della legge, possibilmente fra due o tre anni. Così da far terminare il mandato amministrativo a Rossano ed andare al voto in primavera alle amministrative di Corigliano.
A parte che sarebbe un cane che si morde la coda visto il differimento di due anni fra le scadenze dei mandati elettorali dell’una e dell’altra città, perché poi sarebbero i coriglianesi a voler finire, ma qui – a Corigliano-Rossano – la gente ha detto no a tutti questi valzer infiniti che sembrano assumere sempre più il connotati dell’interesse personale.
Con il sì evidenziato abbondantemente lo scorso 22 ottobre la gente ha detto basta. Vuole il cambiamento, e lo vuole subito. Certo, lo vuole con tutti i crismi e come si deve, con progetti, regole, statuti ecc. Ma lo vuole adesso. Non quando – oppure sé – i “mendicanti” avranno ottenuto il loro scopo, ovvero il rinvio della nascita della città unica.
Sensazioni? Voci di popolo? Spifferi che soffiano dalle stanze dei bottoni dei due comuni?
Diciamo di tutto un po’. Ma sul percorso, statene certi, vigileranno in tanti, il Comitato delle 100 associazioni, i vari comitati per il Sì, una parte della politica: migliaia di persone, decine di migliaia di cittadini di Corigliano-Rossano che, questa volta, non faranno sconti a nessuno.
Luca Latella