Non è possibile che un’amministrazione ed un sindaco senza fiducia, alla fine del loro mandato, possano svendere il patrimonio comunale, che dovrebbe essere destinato, come l’espressione “aree sociali” indica, alla tutela e valorizzazione del Welfare del nostro comune e che rappresenta, dunque, una riserva aurea di milioni di euro senza una programmazione condivisa e in tempi ridottissimi, addirittura 15 gg. di pubblicazione per un bando, con lesione del principio di pubblicità e di trasparenza.
Ma v’è di più, un alone di mistero avvolge ancora maggiormente la vicenda, una busta presentata al protocollo per la partecipazione al bando è risultata aperta e, dunque, scartata. Com’è possibile? Il protocollo può ricevere buste aperte, e se è stata ricevuta chiusa, da chi è stata aperta e perché?
Ma avete presente bene il valore di quei terreni di migliaia di ettari? Svenduti in ottica di realizzazione di attività privatistiche (bar, ristoranti, discoteche) e senza ritorno per la collettività, che si realizzeranno per una durata di tempo limitata da privati che poi dovranno riconsegnarli all’amministrazione, e addirittura i vincitori erano stati preannunciati dalla stampa.
Si ritiene, dunque, che si sia travalicato ogni limite.
In tutti i Paesi Europei quando c’è un abbassamento del livello della politica, con autorevolezza interviene la burocrazia. Invece nel nostro comune, la burocrazia si é asservita senza dignità e competenza ad una politica, o meglio, ormai ad una “non politica”.
Adesso, è necessario mettere in campo ogni iniziativa al fine di tutelare e difedere i cittadini, che in queste ore, l’unica cosa che vedono da parte del comune sono i continui accertamenti “pazzi” della Soget, voluta e mantenuta fortemente dal sindaco facente funzioni.
Pertanto, per quanto esposto non escludiamo il ricorso alla magistratura penale, amministrativa e contabile per danni arrecati al patrimonio comunale.
Titti Scorza, capogruppo Gruppo Misto – Rossano