Fatto grave a Rossano. E’ stato negato, senza alcuna motivazione, l’accesso al Museo Diocesano e del Codex al giornalista Antonio Le Fosse per documentare, da buon cronista freelance, la tappa del noto attore Giancarlo Giannini. In questa città, al giudizio di molti cittadini, non ci devono essere giornalisti di serie A e di serie B.
Un episodio vergognoso ed inqualificabile, quello che è accaduto nei giorni scorsi, in cui si vuole, in tutti i modi, mettere il bavaglio ad un umile e corretto operatore dell’informazione, libero ed indipendente, impegnato a raccontare, quotidianamente e con una precisa etica professionale, le vicende del territorio tramite i social e, soprattutto, attraverso i mass-media (Agenzia giornalistiche, Quotidiani, Blog e siti d’informazione) a diffusione regionale e nazionale. A Rossano, purtroppo, quanti svolgono ruoli di spicco decidono, con grande presunzione e senza alcuna autorizzazione, il destino degli altri. Questo è abuso di potere. In questa città, purtroppo, non esistono né regole civili né il rispetto dei ruoli nel segno della democrazia e della libertà di stampa (Art. 21 della Costituzione italiana). Qualcuno, dunque, ha deciso di fermare e di interrompere, in tutti i modi e con qualsiasi metodo, la carriera del cronista Antonio Le Fosse in quanto diventato scomodo per il semplice motivo di essere sempre in prima linea sulla notizia e di documentare direttamente, senza attingere ad alcun comunicato-stampa, le vicende dell’intero territorio. Svolgere il proprio dovere in questa città, con grande impegno e tanta professionalità, è un reato. C’è bisogno di un cambiamento in diversi contesti per crescere e guardare ad un domani migliore. Qui, ancora oggi, si continua a fare la cosiddetta “guerra tra i poveri” che non porterà benefici a nessuno. Un territorio disunito non avrà mai futuro. Questa, purtroppo, è l’amara realtà dei fatti. Impedire ad un cronista di svolgere il proprio lavoro, poi, è un fatto grave che deve far riflettere l’opinione pubblica e, soprattutto, la chiesa e l’intera classe politica locale. Al cronista Antonio Le Fosse, ad oggi, non sono arrivate le scuse, per l’increscioso episodio, né da parte della Diocesi né da parte dell’Amministrazione comunale.