Solo andata: Roma-Rossano 50 euro, Firenze-Rossano 75 euro, Bologna-Rossano 92 euro, Pisa-Rossano 110 euro, Milano-Rossano 100 euro. Sembra quasi un incubo, un gioco al massacro, ma non lo è. Il primo e più importante compito per demolire mentalmente una generazione, un territorio, un’area e un individuo e cercare con il microscopio della speculazione un luogo baciato dalla sofferenza. Il sistema che si è creato è così, si presenta come una boccata di novità, con nomi altisonanti e anglofoni, con offerte a saldo, e poi, intelligentemente, specula sul dolore.
Nella Calabria sibarita il dolore è diritto negato alla mobilità. Prima ti fanno andare via e, adesso, non ti fanno nemmeno tornare a casa e, se lo vuoi fare, giù con moneta sonante. Un sistema inizia ad essere corroso non tanto quanto ti nega la possibilità di raggiungere un desiderio, ma quando ti arresta i bisogni, quello di tornare a casa in maniera dignitosa e con un prezzo dignitoso. Nella costa della Megale Ellas per andare a Roma se non prendi il pullman puoi andare in treno pagando 70 euro se ti va bene con tre cambi. Se vuoi prendere l’aereo non hai navette e sempre su rotaia devi farti un viaggio di tre ore (Rossano-Sibari cambio per Cosenza, cambio per Paola e poi diretto per Lamezia Aeroporto). Questa terra la dignità l’ha persa da un pezzo, svenduta piano piano da chi ha governato e da chi si è fatto governare. Il sistema dei viaggi low cost funziona in maniera chiara, chi prenota prima paga meno, chi prenota dopo paga cifre enormi. È la loro politica, e in un territorio normale tutto ciò non comporta nessun problema. Diventa una tragedia quando quando un territorio è una Reppublica indipendenta di abbandono e solitudine, in cui la metastasi si allarga tanto da diventare incurabile, quando quello che si era non si è più. Fa male essere piccoli piccoli e non poter far nulla? Questo è il mondo che ci è stato donato con un dolcissima pacca sulla spalla. E’ il capitalismo bellezza. Monta la protesta, tutto bellissimo, ma poi? Forse è arrivato il momento di capire che è finito tutto da un pezzo che siamo diventati carne da macello e le coordinate delle immigrazioni non vengono dal sud del Sahara ma colpiscono noi tutti, anche coloro che hanno un i-phone e perfino un conto in banca che ti permette di pagare con il contact less. Ora forse iniziamo a capire che il vero nemico è chi crea tutto questo, e non si parla di politica o di scelte particolaristiche. Si chiama sfruttamento della sofferenza e si coniuga con il mondo smart che abbiamo abbracciato con tanto vigore. Ma chi di dovere rimane con le mani in mano. I ragazzi che partono sono creature andate via di casa quasi sempre di notte e nei giorni di vacanza tornano alle prime luci del mattino dopo viaggi biblici. Partono dopo carezze, lacrime e baci sulla fronte di mamma e papà. Potessero parlare quei pullman dove ammassati vanno via generazioni, sogni e speranze, quei vetri sono stati fissati da migliaia di giovani per salutare con lo sguardo il luogo della loro nascita e degli anni più belli. Se avete ancora un cuore mettetevi una mano sulla coscienza perché ci è stato tolto anche il vigore di combattere contro le prevaricazioni. Siamo ragazzi che abbiamo studiato, che ci siamo specializzati, che abbiamo fatto sacrifici, siamo stati africani e negri in terra italiana per il nostro accento. Mettetevela ora una mano sulla coscienza prima che sia troppo tardi, perché non si dimenticherà mai il senso di fame dato dalla mancanza di rispetto e dell’umiliazione di essere schiacciati anche per riabbracciare i nostri cari. Fatelo ora, prima che sia troppo tardi.
KLADON