L’insegnamento dei Vangeli è che ogni qual volta l’uomo si trova in conflitto tra l’osservanza di una dottrina anche divina e il bene dell’uomo il cristiano non ha alcuna alternativa. E’ la scelta del bene dell’uomo molto più importante dell’ubbidienza a qualsiasi legge. Gesù stesso infatti per restituire vita agli infermi mette in pericolo la sua vita. << Per questo i Giudei continuavano a perseguitare Gesù, perchè faceva tali cose di sabato (Gv.5,16)>>, e in tale giorno non si poteva assolutamente fare alcuna opera manuale,secondo la Legge di Dio, contenuta nella Bibbia, redatta da Mosè.
Gesù poi, associando i cristiani all’azione vivificante del Padre, invia i suoi discepoli (e quindi anche noi) non a convertire i peccatori ma, con Lui e come Lui, a curare, guarire e alleviare le sofferenze dell’umanità. << E li mandò ad annunciare il Regno di Dio e a guarire gli infermi. Essi uscirono e giravano, di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la Buona Notizia e operando guarigioni (Lc.9,2.6)>>. L’invito di Gesù si continua ancora oggi nel nostro tempo ed è compito della Comunità dei credenti la cura dei malati, rispondendo all’appello di Gesù <<ero malato e mi avete visitato (Mt.25,36)>>, come ben comprese la stessa comunità cristiana primitiva : <<Chi è malato chiami a sè i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. La preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati gli saranno perdonati (Gc.5,13-15)>>.
Va dato atto che gli ospedali nacquero proprio per iniziativa dei cristiani. Nel Concilio di Nicea (325 d.C.) fu stabilito che ci fosse sempre la costruzione di un ospedale a fianco di ogni cattedrale, perchè il Culto spirituale a Dio non fosse mai disgiunto dalla cura fisica dell’umanità e i nosocomi ebbero il loro grande sviluppo attraverso gli ordini religiosi “ospedalieri”. La sacralità della vita fu quindi elemento importante e centrale della comunità cristiana, che da sempre la difende dal suo inizio sino alla sua fine.
Questa consoliidata e indiscussa verità, patrimonio della fede dei credenti, ha iniziato però a scricchiolare dal secolo scorso, quando lo straordinaro progresso della medicina, della scienza unita alla tecnologia, ha fatto sì che tante malattie, considerate inevitabilmente mortali, non fossero più tali, restringendo sempre più gli ambiti della mortalità, ma ponendo un serio problema: “fin dove la scienza medica può arrivare?”e “fin dove la tecnica si può spingere nel sostituire parti malate con elementi artificiali ?”
Il problema che oggi si pone è infatti se la persona abbia o meno la possibillità di decidere fin dove il rispetto della sacralità del mistero della vita lo può e lo deve mantenere vivo anche se artificialmente e dove ,invece, la sua dignità gli permetta di decidere di non prolungare cure e tecniche che protraggono la vita biologica a scapito di profonde sofferenze per l’uomo interiore.
Pertanto il dilemma è: a) se è sacra la vita, questa va difesa e prolungata ad oltranza; b) se è sacro l’individuo, costui ha il diritto di decidere una fine dignitosa.
La risposta a questo dilemma nessuno la può dare se non la stessa persona. Nessuna legge civile, nessuna dottrina religiosa ,nessuna istituzione si può sostituire all’individuo, alle sue convinzioni etiche e religiose. La decisione in queste scelte vitali è strettamente personale e in ogni caso va rispettata la libertà della persona che decide di fare la sua scelta, giusta o sbagliata che sia. Perfino Dio rispetta la libertà della persona!
La soluzione ideale è quella dove il conflitto viene superato e si riesce a far coincidere e fondere la sacralità della vita con la sacralità dell’individuo. Ma la complessità della psiche umana, il mutare delle circostanze può far sì che una scelta che prima era ben chiara e consapevole, poi non lo sia più, in quanto il desiderio di sopravvivenza sia più forte delle proprie convinzioni e si preferisce l’incertezza di una vita mantenuta artificialmente alla certezza della stessa morte.
Allora la missione della Comunità cristiana è solo quella di accompagnare la persona in ogni suo passo, anche se a volte contraddittorio, garantendo, qualunque sia la sua scelta, il supporto non solo tecnologico ma profondamente umano alla struttura che si prende cura della sua persona, sia nella sua vita, sia nella sua malattia e sia nella sua fine.
Corigliano Rossano, 11. 02. 2019. Giornata del Malato. Franco Palmisano