Queste Amministrative a Corigliano Rossano sono anomale in quanto segnano l’elezione di un organismo di rappresentanza popolare che non c’è mai stato, un po’ come aprire un pacco e non sapere cosa ci sia dentro. La propaganda che ha magnificato la nascita di una nuova città, come metodo per cambiare la classe politica, seppure in realtà non di nascita si tratta ma di intervento plastico per addivenire ad un gemellaggio siamese al contrario, ovvero per fondere due soggetti nati e cresciuti diversi ed autonomi, ha trascurato un aspetto determinante:

che la politica del governo di una città è frutto di una catena di eventi conseguenziali che nasce cresce si evolve o si involve parallelamente alla storia di quel territorio, ne è lo specchio, il frutto, l’essenza stessa della città, ed ogni governo che si è succeduto all’altro ne è sempre stato la diretta conseguenza sia se in continuità che in discontinuità.

Come si può pensare che ad esempio l’ultima Amministrazione che ha portato all’estinzione di Corigliano, ovvero l’Amministrazione Geraci non abbia niente a che fare con l’Amministrazione De Rosis e quella De Rosis con la Straface e la Straface non avesse niente da fare con Geraci e ancora lui con quelle democristiane e ancora prima social-comuniste, e queste non avessero a che fare con le prime amministrazioni del dopoguerra? Disconoscere il peso che un’amministrazione ha avuto nei confronti dalla sorte e degli uomini che vi si sono succeduti, vuol dire non aver il concetto di politica e di governo.

Ecco queste elezioni sono senza radici, senza una continuità di esperienza e tutto quello che si raccontato sul rinnovamento della politica altro non è che un gioco alla roulette russa con le tempie dei cittadini, in quanto qui non si tratta di andare, come prevedeva la legge che ha per permesso questo parto siamese, a governare due o tre comuni di tra, duemila abitanti fusi, qui signori miei si va a creare un mostro disorganico e disomogeneo di 80.000 abitanti dall’estensione di circa 50.000 Ettari, incontrollati ed incontrollabili sotto tutti i profili, geologico, sanitario, urbanistico e non ultimo legale, con strutture amministrative abituate si e no a gestirne la metà, con tutti i limiti le incongruenze e le criticità che noi cittadini conosciamo benissimo.

Noi stiamo proponendo con un doppio salto mortale al governo di un soggetto sconosciuto, incontrollato oltre che incontrollabile, candidati che non possono avere la più pallida idea di cosa potranno andare ad affrontare, datone la indeterminatezza, e che non hanno quindi avuto nemmeno l’esperienza di governo con un curriculum accettabile che giustifichi al di lá della buona volontà il ruolo al quale si candidano, il tutto, ed è qui il presupposto più grave, senza la seppur minima, radicazione nella storia, nella vita nell’esistenza “dell’interezza” del territorio e dei cittadini che lo popolano.

Niente viene dal niente ed il governo di un territorio, seppure non prevede lauree e master, tuttavia si è sempre servito, nella storia, della conoscenza reciproca tra territorio e candidato che non nasce da una presentazione in una sala o attraverso i media o cartelloni pubblicitari che veicolano facce sconosciute, o addirittura dalle speranza dettate dal bisogno o dall’immediata esigenza, ma con il rapporto umano e di capacità che nasce solo con un elemento irriproducibile artificialmente in vitro:
Il tempo.

Questo è il rischio che abbiamo voluto correre tutti noi, la domanda è :
Ne siamo consapevoli?

Mario Gallina