Nessuno è i grado di negare il grande impegno profuso, negli anni passati, da uomini socialisti rossanesi che tutti conosciamo. Però ahimè, quando si inizia a rimpiangere il passato e ricordarlo come momento illustre di un periodo storico, significa che il presente sta offrendo poco e comunque è inferiore ai tempi di una volta.
Oggi, più di ieri, c’è bisogno di parlare di socialismo; oggi, più di ieri, i socialisti dovrebbero scendere in campo (senza timore di essere apostrofati) in quanto le diseguaglianze economiche e sociali tra la popolazione stanno crescendo sempre di più. Se ieri si difendevano i lavoratori da forme oligarchiche industriali; oggi la maggior parte degli stessi si trova a confrontarsi con una disparità sociale acuita maggiormente da una economia finanziaria che, mal gestita dalle nazioni, ha creato un dislivello economico, tra le fasce sociali, ragguardevole. E’ doveroso, quindi, da parte dei socialisti avere il coraggio di raggrupparsi dietro un simbolo, che li ha sempre contraddistinti, senza perdere la propria identità storica. Le votazioni comunali, del 26 maggio, che si terranno nel neo comune Corigliano-Rossano vedono ben identificate le forze di centro destra, con i simboli dei partit, e completamenti assenti le forze di centro sinistra. Purtroppo devo constatare che si è fatto il gioco di chi per venti anni ha gridato: “ I partiti non esistono più”. Il Pd, PSI, LEU e tutte le forze di centro sinistra sembrano aver avuto timore di identificarsi non pensando minimamente a quell’elettorato che crede ancora in una ideologia di sinistra e ha voglia di distinguersi da una massa di aree civiche senza identità e storia politica. Ecco cosa si recrimina ai seniores politici della sinistra: un tempo sono stati grandi attori ma non sono riusciti ad adeguarsi ai tempi mettendo in pericolo un pensiero partitico che ha contribuito a rendere grande l’Italia.
Ganluca Capristo