L’appuntamento elettorale del 26 maggio 2019 per le elezioni del Consiglio Comunale e del Sindaco della nuova città di Corigliano-Rossano, nonché per l’elezione del Parlamento Europeo, avviene in un momento in cui la società è sempre più concentrata sulle strategie del consenso e delle ricompense elettorali, mettendo a rischio la stessa idea di comunità e di coesione sociale, mentre andrebbe recuperato il senso di una vera democrazia.
Il divario tra l’attività politica e l’onesta intellettuale è sempre più ampio, anzi secondo alcuni autori il <coraggio intellettuale della verità> e la <pratica politica> sarebbero due cose inconciliabili.
L’onestà intellettuale sostiene un’idea perché ritenuta giusta, anche se non comunemente condivisa o accettata.
L’agire politico è condizionato dalla ricerca oltre ogni misura del consenso.
Ma è possibile svolgere attività politica non tralasciando l’onestà intellettuale?
Ebbene, certamente non è impossibile, se l’agire politico anteponesse il bene comune alla mera strategia del consenso, le decisioni verrebbero adottate con onestà.
Si tratta delle scelte che riguardano la vita dei cittadini e che alla fine fanno la differenza tra un buon o cattivo governo della cosa pubblica.
L’agire politico dovrebbe essere ispirato al bene comune ed esercitato con metodi e modalità trasparenti e democratici.
L’impegno di ciascun politico dovrebbe essere praticato con spirito di servizio, fin dalla stessa competizione elettorale, con la manifestazione delle proprie idee e dei propri programmi finalizzati all’esclusivo bene pubblico, scevro da strategie di condizionamenti e da promesse elettorali, tanto più se illusorie, circuendo giovani e meno giovani e strumentalizzando i loro bisogni.
Le stesse promesse elettorali, strategicamente finalizzate all’acquisizione del consenso, sono la negazione in radice del conseguimento del bene comune, perché perseguono illusoriamente l’interesse personale a discapito dell’interesse generale.
La fase elettorale, benché deputata alla rappresentazione delle proprie idee e dei propri programmi, si trasforma indebitamente in un mercato di scambio elettorale e, spesso, all’ onestà intellettuale e al bene comune pur tanto decantato, si mal cela una frenetica campagna di acquisto del consenso, dispiegata con metodi non democratici e sulla pelle dei più bisognosi.
L’uso diverso e distorto,che purtroppo se ne è fatto negli ultimi tempi, ha fatto mutare la considerazione dei cittadini verso la politica, li ha allontanati e i giovani sono sfiduciati dinanzi ad una politica che si è occupata solo degli interessi di privilegiati.
Alla politica, secondo il comune sentire, si accomuna ogni vizio, come la corruzione, la negazione dei diritti, il non rispetto delle regole comuni, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza, la massimizzazione del profitto a danno della bellezza e della salute della terra e delle sue risorse naturali.
Dei vizi della politica ha parlato Papa Francesco, di come gli stessi cristiani si siano allontanati dalla politica, non sentendosi più rappresentati dai partiti e come i giovani non trovino un impegno ideale nella politica.
Tuttavia il Papa non si ferma alla denuncia, ma richiama le “virtù” della politica e ancor di più incoraggia tutti perché “la vita politica autentica, che si fonda sul diritto e su un dialogo leale tra i soggetti, si rinnova con la convinzione che ogni donna, ogni uomo e ogni generazione racchiudono in sé una promessa che può sprigionare nuove energie relazionali, intellettuali, culturali e spirituali”. Un richiamo quello del Papa a far fronte comune anche per sconfiggere il clima di sfiducia, di paura dell’altro o dell’estraneo, di ansia di perdere i propri vantaggi, che ha trovato megafono nella politica in alcuni cattivi maestri, che inneggiano a nazionalismi ed innalzano muri anche culturali, forieri di pulsioni xenofobi e razziste.
Quanto alla nostra comunità locale siamo di fronte ad una grande sfida: la costruzione della nuova città Corigliano-Rossano. Dopo anni di divisioni e pregiudizi, che hanno caratterizzato la storia delle due realtà Corigliano e Rossano, oggi sono un’unica realtà, la terza città della Calabria, insieme per avere più forza e maggiore peso nelle scelte e nella difesa degli interessi di quest’area dello ionio cosentino, per progettare un futuro migliore per qualità della vita sociale ed economica, per immaginare e realizzare lo sviluppo che le potenzialità del territorio meritano e che fin qui è mancato.
Ma molto dipenderà dalla prossima classe politica ed amministrativa, che uscirà dalla stessa competizione elettorale e che avrà il gravoso compito di governare la nuova città.
Sarà anche una sfida entusiasmante quella di costruire la nuova città, sarà occasione per innalzarne le fondamenta secondo un’idea di città democratica, accogliente, civile, valorizzandone il suo patrimonio storico e le sue vocazioni naturali.
Un’amministrazione trasparente, che non si serva dell’Istituzione ma sia al servizio della comunità, dei bisogni della gente, che persegua esclusivamente il bene pubblico, che sappia dare uno slancio propulsivo ed abbia un respiro ampio, che sappia costruire un futuro migliore per consentire ai giovani emigrati per necessità di poter ritornare e dare un contributo allo sviluppo della loro terra.
Un invito a tutti i cittadini, a quelli che per fede religiosa cattolica hanno come fondamenta della propria vita l’amore per l’altro e anche a quelli che laicamente hanno assunto il senso umano della persona come valore assoluto, a sentirsi parte attiva di questo nuovo percorso, a contribuire alla costruzione della nuova città, impegnandosi ciascuno nel modo che riterrà, perché si affermi prioritariamente il <bene pubblico> come valore imprescindibile dell’agire politico, perché ogni autentico impegno personale possa essere un argine alle pratiche politiche sospinte da patti di potere
, dalla strumentalizzazione dei bisogni per tornaconto elettorale, dal consenso costruito su ingannevoli promesse elettorali, da scelte condizionanti negativamente il futuro della nuova città.
Secondo la Dottrina Sociale della Chiesa la Politica è una delle forme più alte della carità, perché la politica è servire il bene comune.
La costruzione della nuova città Corigliano-Rossano possa essere, quindi, occasione per sprigionare le migliori risorse umane e autentici sentimenti di coesione e di amore verso la nostra terra.
La nascita della nuova città sia frutto di un rinnovato impegno politico, fatto da persone che siano credibili ed interpreti, con la loro vita concreta, di amare questa terra, di servire e non di utilizzare l’Istituzione, che incarnino gli ideali dell’ umanità semplice e sincera, che abbiano veramente a cuore il bene comune e che l’onestà anche intellettuale possa diventare la base su cui si fonda il futuro della nostra nuova comunità.
Il Presidente
Corigliano-Rossano,lì 29.4.2019