Vedendo la realizzazione delle prime opere occorrenti, tutto fa pensare che lo sarà. Ma per cantar vittoria quanto bisogna aspettare? Nell’attesa farà bene un breve ripasso del recente passato. Fino ai primi anni ’90 la tratta ferroviaria ionica “Bari-Reggio” via Sibari-Crotone era ben servita con 4 corse rapide giornaliere (negli ultimi anni, però, venivano chiamati intercity): due al mattino e due al pomeriggio con fermate intermedie, in particolare nelle stazioni di Rossano, Corigliano o Sibari secondo le esigenze.
Dopo l’elettrificazione della tratta Taranto-Sibari-Cosenza la Sibari-Crotone-Catanzaro fu lasciata di là da venire, anzi fu dimenticata fino ad oggi.
Gli allora rapidi Bari-Reggio, e viceversa, lungo la ionica compivano la tratta quattro volte al giorno in circa 4 ore, fermandosi solo nelle stazioni dei centri più popolosi. Perché la ferrovia ionica non fu mai del tutto elettrificata?
Questo rispondeva alla strategia politica di disimpegno del pubblico (Trenitalia) dalla linea ionica, considerata troppo onerosa e poco remunerativa per gli investimenti occorrenti, a tutto vantaggio del trasporto su gomma in mano ai privati (SIMET, IAS Scura, Romano, La Valle, SAI, Sestito, etc.), che detengono le concessioni rilasciate dalla Regione Calabria per tutta l’Italia.
Un tempo da Crotone partivano i comodissimi e affollatissimi treni della speranza (soprattutto durante le ferie estive, le feste di Natale e Pasqua): il Crotone-Roma, il Crotone-Milano e negli ultimi anni anche il Crotone-Torino. Oggi, se dalle aree ioniche vuoi andare a Roma o a Milano e non vuoi perdere tempo con i treni della tratta tirrenica, sei obbligato a prendere per forza l’autobus. Anzi, peggio. Se vuoi andare a Reggio, devi prenderne due o addirittura tre in alcuni casi, a seconda da dove parti. Con la sorpresa che non sai quando arrivi e quanto tempo ci impieghi.
Non parliamo, poi, dei disservizi che gli studenti della Piana di Sibari, che intendono iscriversi alle facoltà di Agraria e di Architettura di Reggio, devono affrontare per raggiungere la sede: c’è soltanto l’imbarazzo della scelta, in quanto se per la tirrenica è un’impresa, per la ionica è un calvario. Molto meglio ti va per Bari: dalla Piana di Sibari parte un autobus mattiniero, che collega direttamente l’Alto Ionio cosentino con il capoluogo pugliese.
Ma vuoi mettere la comodità di scelta e di viaggio e la velocità di percorrenza, che si aveva prima con le tanto rimpiante 4 corse giornaliere, anche se affollate, e il mortorio di oggi?
La conclusione di questo mio amarcord è che la condizione dei collegamenti della Calabria del Nord-Est cosentino verso Roma, Milano, Torino e Reggio Calabria, in questi ultimi anni è di gran lunga molto peggiorata, in quanto nei trasporti pubblici l’imprenditore privato ha sostituito sì il pubblico, ma in peggio per i cittadini in termini sia di servizio che di costi.
E chi se ne frega se, poi, il cittadino ne paga le conseguenze in termini di diffuso disservizio (es. tratta per Reggio), di notevoli perdite di tempo, a volte oziose, per il pessimo funzionamento dei collegamenti all’interno della stessa Calabria e tra città come Bari e Reggio, un tempo servite egregiamente con la ferrovia (oggi non ci sono più le 4 corse rapide giornaliere).
E’ fin troppo chiaro che questo stato di cose risponde ad una strategia politica ben precisa: tenere le aree della Calabria ionica concretamente emarginate dalle grandi reti ferroviarie di comunicazione nazionale e dai collegamenti con le grandi città italiane, che erogano servizi (Roma, Milano, Torino, Reggio), diventate irraggiungibili.
Si può dare una scrollata a questo stato comatoso del servizio ferroviario sulla linea ionica? Certo che sì, e il completamento dell’elettrificazione sulla Sibari-Crotone-Catanzaro è un segnale, che fa ben sperare per il futuro, ma bisogna anche ritornare al passato e al pubblico, come vuole la Costituzione per garantire il diritto alla mobilità anche nelle aree più emarginate, dove il privato non guadagna abbastanza, e il diritto a collegamenti più rapidi, introducendo le moderne tecnologie, quali appunto il completamento dell’elettrificazione della rete, richiesta a gran voce da più di 30 anni, e la metropolitana leggera di superficie, soprattutto per venire incontro ai giovani delle aree ioniche, che vogliono iscriversi all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e a quella di Messina o di Bari come succedeva già in anni non tanto lontani.
Corigliano-Rossano, 06/05/2019. p. il Coordinamento
il comp. Giuseppe Marincolo