“Abbiamo fissato dei tempi stretti: entro fine aprile dovremo mettere in sicurezza la struttura”; così si esprimeva il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla in una dichiarazione resa il 27 febbraio presso la Prefettura di Cosenza in occasione di una riunione (l’ennesima) per stabilire misure d’urgenza sui depuratori dello Jonio Cosentino, in primis quello sito nella nuova cittadina Corigliano-Rossano località S.Angelo, struttura malfunzionante da anni e posta sotto sequestro dal 13 agosto 2018.
Misure d’urgenza che il depuratore di S.Angelo aspetta da anni…misure forse anche inutili visto le condizioni disastrose in cui versa la vecchia struttura, ormai fatiscente ed inadeguata alle sopravvenute esigenze abitative ed ambientali.Ci troviamo a maggio inoltrato e cominciamo una preoccupante stagione estiva:nessuna messa in sicurezza, nessun lavoro in corso ed il mare inizia a pagare il suo scotto presentandosi ricoperto di chiazze scure e liquami galleggianti , e la situazione andrà peggiorando con il flusso turistico che usufruisce nelle zone di S.Angelo di strutture prive di canalizzazione fognaria e che andranno ad ampliare gli sversamenti in mare.
Vanificato il sogno del depuratore consortile;svanito il piano di investimento di quasi 30milioni di euro (di cui 1,4 milioni di euro già nelle casse comunali dal 2015); sostenuti da un Protocollo di collaborazione in materia ambientale (sottoscritto da Regione e procura) che mira a massimizzare gli effetti delle risorse finanziarie europee (delibera Cipe 60/2012) ; con misure atte ad individuare reati ambientali ed urgenze su impianti sequestrati o interessati da attività giudiziaria in corso; sanzionati per inadempimento alle norme di attuazione della normativa europea 91/271 (somme che magicamente ricadranno sulle bollette di acqua e TaRi dei soliti cittadini incolpevoli); imperniati in processi a “colletti bianchi” per reati di disastro ambientale e negligenze varie ( che si concludono sempre in discutibili assoluzioni); accompagnati da test di laboratorio effettuati periodicamente dall’Arpacal di Cosenza sulle acque marine e che da anni rilevano (sempre nelle stesse zone) livelli batteriologici allarmanti; con l’imminente stagione estiva alle porte (che vede un calo di presenze progressivo), la domanda che spontaneamente sorge è:
IL TERMINE “URGENZA” TRAMUTATO IN TERMINI DI “FATTIBILITÀ” a quanto inquinamento corrisponde?
Quando smetteremo di parlare di una realtà che nel 2019 dovrebbe garantire in pochi mesi l’efficienza di strutture basilari ed essenziali per una comunità?Quando potremmo riavere il nostro diritto ad un mare pulito, ad un turismo garantito, a beni naturali deturpati e violentati da politiche del malaffare?Quando riavremo il nostro diritto alla salute (fortunatamente garantito dalla Costituzione) e chi pagherà per questo disastro?I nostri figli, che da anni nuotano nell’ immensità del nostro bellissimo mare, tra flussi galleggianti di Escherichia Coli, azoto ammoniacale, tensioattivi e batteri di ogni genere, ci ringrazieranno per la tutela ricevuta…erediteranno i fallimenti di scelte politiche errate e classi dirigenziali inette.Abbiamo ereditato dalla natura un tesoro dal valore inestimabile, il nostro mare, ma siamo riusciti a devastare anche questo.
Carmela Cirullo