Qualche tempo fa, quando si mise in moto la macchina elettorale del comune unico, alcuni candidati si lasciarono andare a un ragionamento per spiegare le strane (e inspiegabili) alleanze, alcune anche ben nascoste, che mettevano insieme il diavolo e l’acqua santa: “Certo, – dissero – molti tra di noi sono diversissimi, ma tra l’avere contro certi personaggi forse scomodi ma ancora influenti nell’elettorato, per via del loro peso politico o delle loro relazioni, o farseli amici, qualsiasi candidato sceglierebbe quest’ultima opzione, perché, alla fine quel che conta è vincere, costi quel che costi, poi qualcuno li saprà tenere a bada”.
Ecco, quel “tenere a bada”, qualche tempo dopo, a liste fatte, inquieta, poiché dovrebbe essere una specie di campanello d’allarme per gli elettori, ai quali il periodo che li separa dal voto del 26 maggio deve dare la possibilità di riflettere sulle liste, mai così mediocri e imbarazzanti, e su qualche candidato a sindaco, che, una volta vinte le elezioni e all’apice dei consensi, potrebbe accorgersi, a sue spese, ma soprattutto a spese della città, di non avere il carattere, la personalità, l’esperienza e la forza (o la voglia) per “tenere a bada”, appunto, i soggetti più inquietanti, o solo meno affidabili e meno intelligenti, che ha scelto come collaboratori e partner di maggioranza. LEGGI ARTICOLO COMPLETO