Tutti conoscono la maledizione di Cassandra: conoscere la verità e non essere creduta. Nel mito della caverna di Platone, addirittura, lo schiavo che ha conosciuto la verità ed è tornato indietro per mostrarla ai propri fratelli, alla stregua di Socrate, viene ucciso.Empatia. In che altro modo descrivere le sensazioni che ci travolgono e che travolgono i cittadini di Corigliano Rossano alla notizia dei 15 arresti della scorsa settimana? Gente che, se le accuse fossero confermate dai giudici, avrebbe perpetrato intimidazioni, minacce, violenza ed avrebbe irreversibilmente deturpato uno dei più valenti patrimoni del nostro territorio: i nostri Alberi. I nostri alberi tagliati e venduti per denaro.
Si tratta di un patrimonio dal valore non quantificabile, un patrimonio che è l’ultima barriera contro il dissesto idrogeologico che tanto ci terrorizza. È infatti facile parlare dei danni provocati dalla natura, dalle alluvioni, dai temporali, ma è raro fare “mea culpa” e guardare a chi davvero ha la responsabilità per le catastrofi che si consumano contingentemente a tali avvenimenti.
Oggi, se la giustizia confermerà le accuse mosse nei confronti degli individui oggetto dei provvedimenti cautelari, avremo individuato una parte di questi colpevoli. Una parte.
Responsabilità analoghe, se non più gravi, di quelle di cui sono accusati questi soggetti, le hanno coloro i quali, negli anni, si sono succeduti nel governo di questa nostra, amata, terra. Coloro i quali si sono coperti gli occhi e tappate le orecchie quando, già da anni, la Federazione dei Verdi ha fatto presente ciò che stava accadendo, ha denunciato, ma è rimasta, come Cassandra, come lo Schiavo rappresentante Socrate, inascoltata.
Lo stesso è accaduto quando si è passati alle proposte. Quando si è stati tra i maggiori promotori dell’attuazione della legge regionale n.10 del 14 gennaio 2013, con particolare riferimento alla realizzazione del censimento, alla salvaguardia e valorizzazione degli alberi monumentali e del patrimonio naturalistico del territorio.
Questa voluta sordità, tuttavia, non è stata unicamente un danno contro l’inestimabile patrimonio boschivo del nostro territorio, non può essere considerata unicamente come un danno ambientale.
Si tratta di un danno anche di natura sociale. Un danno che, in una terra sempre più abbandonata dai propri cittadini, costretti ad emigrare per cercare lavoro, va ad incidere in maniera irreversibile anche sul tema dell’occupazione.
Le politiche legate all’amministrazione ed alla conservazione del patrimonio boschivo, ed ambientale, potrebbero essere uno strumento di primaria importanza nella lotta alla disoccupazione. Potrebbero essere una delle opzioni migliori per creare opportunità di impiego pubblico, in una terra ove si è disposti a lavorare dodici ore al giorno ed a restituire metà del proprio salario al datore di lavoro alla fine del mese, pur di portare a casa “un pezzo di pane” per la propria famiglia, per i propri figli.
Oltre all’urgente bisogno di legalità, la nostra gente vuole lavoro, rispetto, dignità, non assistenzialismo, non “redditi di cittadinanza”, non illusioni, ma opportunità, un impegno concreto nella tutela e nella valorizzazione della nostra Città e di noi cittadini.
Corigliano Rossano 31/07/19
Federazione dei Verdi di Corigliano Rossano.