Sono un ragazzo di 19 anni e vorrei condividere con voi lettori alcune riflessioni sulla società odierna. Comincio dall’episodio più recente che mi ha trafitto il cuore: gatti murati in un appartamento. Si è proprio vero, è la realtà. Ma perché la mente dell’uomo arriva a compiere azioni di questo genere?? Questo esempio mi introduce in quello che vorrei esporre. Se siamo arrivati a colpire i più indifesi, allora viviamo in una società senza valori. Un mondo che non prova tenerezza e cura verso i più deboli è un mondo che ha perso l’umanità.
Leggiamo spesso di bambini che vengono maltrattati negli asili, di donne che vengono violentate giornalmente, di anziani che devono sopportare vessazioni continue nelle case di riposo e potrei continuare fino all’infinito. Io, da giovane, rimango ancora scioccato e credo che l’indignazione e lo sdegno nei confronti di tutto questo sia fondamentale per non far sì che con il passare del tempo l’assurdità diventi normalità. Io mi sento fortunato di essere nato negli anni 2000 perché è l’età del progresso, in cui tutto sommato si sta bene ma mi sento sfortunato perché a possedere quei valori morali che rendono grande una persona sono davvero in pochi. Il rispetto, l’amore e la cura per i più bisognosi si sono trasformati in un’indifferenza generale verso chi soffre, chi è solo, chi è abbandonato. Noi nuove generazioni siamo chiamati a capovolgere questo disordine e dobbiamo essere orgogliosi quando incontriamo adulti valorosi che sanno bene coniugare le parole con i fatti. Quindi è necessario trarre vantaggio dall’incontro con esempi di coerenza, di altruismo e di generosità.
Mai andare dietro a chi professa buoni valori ma non li mette in pratica e mi riferisco anche ad alcune associazioni clericali che mascherano la loro brama di potere con azioni illusorie e appariscenti. Aver cura dell’altro è il monito che io attraverso questo articolo vorrei dare a tutti voi. L’altro è mio fratello. Io sono l’altro come dice Nicolò Fabi in una sua canzone. Concludo con una mia testimonianza. Sono stato diverse volte in carcere per partecipare a convegni ed eventi vari e ho capito che molte volte bisogna imparare dagli ultimi, da chi la società individua come lo scarto. Nonostante gli errori commessi, ho notato che li dentro c’è uno spirito di umanità e di fratellanza che molte persone fuori dovrebbero imparare. Si dice infatti che nei momenti difficili vengono fuori i sentimenti autentici che ci rendono empatici gli uni gli altri. Il nostro compito oggi è fare la differenza ed essere diversi dalla massa. Su, dai, coraggio, distinguiamoci!!!
PAOLO SMURRA