Un Anno Nuovo sta per arrivare, ma che strano destino gli tocca! Da sempre tanto atteso, tanto desiderato,tanto festeggiato! Viene raffigurato come un bebè portatore di cose buone e viene accolto con tanta gioia, ma dopo appena trecentosessantcinque giorni questo tenero pargoletto si trasforma in un vecchio decrepito, del quale non si vede l’ora di sbarazzarsi con risentimento, per non aver portato la felicità così attesa e tanto sperata. Le frasi più ricorrenti esprimono questo stato d’animo: ” Si spicciasse a passare quest’anno!”, oppure “speriamo che il nuovo anno sia migliore di questo…”
Ciò accade ogni fine anno. Non si vede l’ora che l’anno termini , proiettando nel nuovo che arriva tutti quei desideri frustrati che non si sono realizzati nell’anno testè trascorso, caricando il nuovo che viene con tante illusioni, che puntualmente si trasformano in cocenti delusioni.
Forse per non restare annualmente delusi, bisognerebbe cambiare la prospettiva e anziché fare gli auguri, “essere auguri” . Non augurando e chiedendo ciò che l’anno nuovo possa donare, ma impegnandosi a portare qualcosa per renderlo più bello, più umano, come insegna il Vangelo, per il quale la felicità non è un’utopia, una chimera mai raggiunta , ma una possibilità concreta alla portata di tutti. La felicità, per Gesù, non consiste in quel che si riceve, ma in quello che si è capaci di donare. <<Si è più beati nel dare che nel ricevere (At.20,35)>>.
Se la felicità dipende da quel che si riceve, si rischia di consumare l’esistenza sempre amareggiati, perché gli altri non hanno saputo rispondere ai bisogni , ai desideri per i quali si è atteso invano una risposta. Ma se la felicità consiste invece in quel che si dona, questa può essere possibile, immediata e piena; anzi più si dà e più si è felici, perché il Padre non si lascia vincere in generosità e regala vita a chi dona amore. << La misura con la quale misurate ,sarà rimisurato a voi; anzi vi sarà dato di più. (Mc.4,24 e Lc.12,31)>>.
“Essere auguri” per gli altri allora significa fare della generosità il distintivo che ci rende riconoscibili. Chi è capace di condividere e di offrire quello che é e quello che ha in maniera abituale, possiede la vita in pienezza e per questo ne può fare un dono.
Gesù stesso, Risorto, ogni volta che si manifestava ai suoi,diceva:<<Pace a voi (Gv. 20,19; 21,26 e Mt.28,9)>>. Ora la Pace può essere un dono solo quando è espressione di tutta la vita della persona, altrimenti è solo un suono. Chi dona pace non solo comunica gioia, ma arricchisce la propria (1 Gv.1,4). Per il cristiano, seguace di Cristo, non ha senso allora il fare gli auguri, ma essere anche lui un “Dono di Pace”, cioè un <<Pacificatore>>
Corigliano Rossano , 24.12.2019 . FRANCO PALMISANO.