Dal 17 Dicembre è aperta al pubblico una mostra d’arte contemporanea dal titolo “Percezioni Natalizie”, la particolarità e l’originalità dell’esposizione consiste nel fatto che la location è composta da 5 Chiese che diventano dei contenitori ognuno di due opere ciascuna di autori non solo locali ma anche di artisti che sono giunti da varie aree d’Italia per partecipare a questo evento d’arte. Inoltre le Chiese sono sorvegliate dalle volontarie di Chiese Aperte che munite di passione e costanza aprono e chiudono questi luoghi ormai, purtroppo dimenticati, o quasi, dalla cittadinanza.
Nel particolare le Chiese e le relative opere dei singoli artisti, ognuno ha esposto un’opera o istallazione, costituiscono un percorso da seguire per le vie del centro storico rossanese. La Panaghia, antica chiesetta o oratorio bizantino, ospita l’opera dell’artista rossanese Silvana Maglione, nei pressi del catino absidale dove si custodiscono i resti dell’immagine di San Giovanni Crisostomo e di San Basilio. L’istallazione dal titolo “E venne alla luce…la Luce”, un’opera composta da quattro mani che sorreggono un nido vero di gazza ladra e una serie di gocce riflettenti calate dall’alto. Il grembo di luce sostenuto da quattro mani salda l’unione dell’operosa attività umana con quella del mondo naturale. All’interno della Chiesa è presente poi un’antica tela che raffigura la Visitazione, proprio questa tela fa da collante con le opere che rappresentano l’attesa, l’altra opera che fa parte della mostra è stata prodotta dal giovane artista di adozione milanese Maurizio Cariati che, sempre sul tema della luce, propone una imponente tela dipinta, “Mi illumino di immenso”, che raffigura un’adorazione contemporanea con delle persone comuni e dei vestiti moderni che osservano un enorme fascio di Luce.
Risalendo troviamo la Chiesa di San Giovanni di Dio, antica chiesa annessa all’ospedale dove un tempo era presente l’ordine dei Fatebenefratelli. Una Chiesa importante che ospita nella navata centrale l’istallazione dell’artista ferrarese Ombretta Gazzola, la sua installazione dal titolo “Cantare la festa” composta da una culla costruita con lamine e tondini di ferro e da tre diversi gruppi di bastoni, i bastoni della festa, essi descrivono i momenti della vita e delle grandi feste cicliche: il Natale, il Carnevale, la Pasqua. A completare l’istallazione un audio con i canti popolari utilizzati proprio nei tre cicli religiosi. Si tratta di un omaggio al Natale calabrese e alle sue feste cariche di significati antropologici. La stessa chiesetta ospita la mostra dell’artista Pino Deodato, anche lui milanese di adozione, l’artista raffigura su due federe di cuscini il “Natale del 3019” dove la Terra è popolata solo da animali. Annunciato da una cometa, nasce un piccolo uomo accudito da un’orsa. Venuti a sapere del lieto evento, le altre creature accorrono a salutare il piccolo uomo, augurandogli di vivere in un mondo in armonia con la natura.
Proseguendo si sale nella dimentica chiesa di San Nicola all’Olivo, dove, secondo la ricostruzione storica allorquando arrivò a Rossano il vescovo Mattia Saraceno, obbligò i monaci di rito greco a trasferirsi dalla Cattedrale alla suddetta chiesa. In questo spazio, oggi ampiamente rimaneggiato, espone l’artista di San Demetrio Corone Maria Credidio, “Culla vuota d’attesa” il titolo dell’installazione che presenta una culla vuota, tutta bianca, rovesciata sul pavimento. Il Dio degli ultimi non può ancora nascere. L’attesa diventa vana, se le fasce candide in una mangiatoia, riscaldata solo da un bue mansueto e da un piccolo asinello, non asciugheranno il sangue e le lacrime. Questo il messaggio forte dell’artista. Nello spazio difronte è presente l’opera dell’artista romano Massimiliano Ferragina che con l’installazione dal titolo “Il Virgulto di Iesse”, una negazione al diritto all’Infanzia. Il virgulto è un germoglio che l’artista rappresenta attraverso del ferro filato che partendo da un blocco di mattoni dipinti con tre colori, rosso, giallo e blu, arriva fino ad una Croce. I dodici mattoni rappresentano la torre di Babele, da cui partono dodici germogli che raggiungono la Croce di Gesù. L’installazione rappresenta quindi la sacralità della vita e denuncia il delirio dell’uomo contemporaneo.
Alla Chiesa di San Bernardino, prima Chiesa di rito latino, terminata nel 1462 dopo una serie di vicende cittadine sulla resistenza locale alla tradizione del rito greco, espone l’artista salernitano Lucio Afeltra, il titolo dell’installazione è “Da sere…orto”, essa è situata nella prima cappella della bellissima Chiesa di gusto tardo gotico ed è caratterizzata da tre dipinti da un lato e dalla parte opposta un muro di casellari. L’artista invita lo spettatore a riflettere sulla misteriosa percezione generata dalla mente, dal sogno che ognuno di noi può involontariamente ed inconsapevolmente “assorbire”. In quest’opera di emancipazione, dal domìno delle potenze naturali e sociali, che pure concorrono alla creazione di conoscenza e sistemi etici, la scienza, la filosofia e l’arte sono protagoniste. Nella stessa Chiesa è presente il dipinto di Alfredo Romio, nativo di Corigliano ma operante a Milano, il giovane artista ci presenta un’insolita natività dal titolo “Sleeps in heavenly peace” (Dorme nella pace del paradiso), si tratta della conosciutissima immagine di Aylan Kurdi, il bimbo trovato morto sulle spiagge della Turchia, che per l’artista diventa un Gesù Bambino, adagiato su una mangiatoia che altro non è che una barca tipica della costa ionica, su un mare piatto, nella ghiacciata notte invernale. Un’immagine che lascia riflettere lo spettatore Gesù nasce e muore ogni giorno tra l’indifferenza della gente.
A conclusione del percorso la più importante Chiesa della Rossano Bizantina, l’oratorio San Marco dove espone un artista nativo proprio del quartiere stesso, la Grecìa, si tratta di Isidoro Esposito che espone l’installazione dal titolo “Pane negato, Bambinello ferito”, l’opera carica di attenzione verso la sofferenza umana, propone il pane come elemento legato alla nascita di Gesù unitamente alla riflessione riguardo alle discriminazioni sociali e razziali che la nostra epoca sta rivivendo. Un telo poggiato sull’altare elenca nomi di probabili bamini morti durante varie vicende crudeli. La strage degli innocenti che in ogni epoca si ripete inesorabilmente è il grido d’allarme dell’artista. Nella parte del vestibolo della Chiesetta-oratorio è presente l’installazione dell’artista milanese Giovanni Ronzoni, “Velli” il titolo dell’opera che rappresentare una sorta di “cammino” silente, mistico, spirituale e di grande umanesimo all’insegna della Pace Universale. Lo spettatore attraversando una serie di veli di leggera carta bianca e rossa, si farà sfiorare, accarezzare, pulire l’anima all’insegna del Bianco e Rosso, per antonomasia i colori della purezza e dell’ amore, della provvidenza e positiva speranza in un mondo migliore. Il vello è di riferimento al vello d’oro cercato dagli argonauti.
La mostra è stata ideata e curata da Michele Abastante, critico d’arte rossanese, l’idea è quella di arrivare all’essenza del Natale attraverso la visione contemporanea degli artisti scelti. Oggi giorno il Natale è confuso da una grande operazione commerciale, una corsa ai regali, a volte al superfluo ma dimentichiamo la vera essenza. Il Natale non si vive attraverso un addobbo ma è ciò che la nostra coscienza percepisce, la “percezione” dell’atmosfera natalizia è dunque la caratteristica fondamentale e lo spirito di questa rassegna d’arte.
La mostra è stata patrocinata dal Comune di Corigliano-Rossano, dall’Arcidiocesi di Rossano- Cariati, dalla CEI 8Xmille.