Rispondo all’intervento e all’attacco del dirigente Pd di Corigliano, Pino Le Fosse, sul “caso Straface”. Pensavo che in uno Stato di Diritto e in un Paese civile bastasse essere assolti in primo e secondo grado e addirittura con anche la rinuncia dell’impugnazione in Cassazione, da parte della Procura Distrettuale e della Procura Generale, per essere considerati INNOCENTI! Evidentemente non è così per alcuni e si è comunque e sempre COLPEVOLI al di là delle sentenze!
Basta solo questo per rispondere all’intervento, che mi ha sinceramente assai sorpreso e stupito, del dirigente Pd di Corigliano, Le Fosse, perché insieme alla Straface ho voluto difendere Corigliano, la sua Comunità, la sua storia di legalità, solidarietà e accoglienza. Al dirigente Pd, che rivendica con orgoglio(!) la mia mancata candidatura, per questa mia difesa della Straface (non alle elezioni regionali, come erroneamente scrive, ma alle Politiche del 2013; il Pd di Corigliano scrisse, una lettera contro di me, all’allora segretario Bersani; magari non sarei stato lo stesso candidato, ma resta quella protesta e quella missiva!) ricordo la mia lunghissima storia GARANTISTA! Vorrei ricordargli che non inneggio certo alla magistratura (lo faccia lui andando a manifestare dove crede, siamo per fortuna in un Paese libero), combatto solo le mie oneste e coraggiose battaglie garantiste e per una Giustizia Giusta da 35 anni, da ragazzo, dal “caso Tortora”, quando dirigevo il periodico Contro e difendevo, tra i pochissimi in Italia, il popolare presentatore e allora Presidente del partito Radicale. In questi decenni ho difeso centinaia di persone, vittime di ingiustizie, personaggi famosi(tanti i politici dei diversi schieramenti politici e anche giudici e magistrati, ingiustamente perseguiti! Si anche loro: le toghe!) e tantissimi poveri cristi, italiani e stranieri, che ho contribuito, in molti casi, a far assolvere e scarcerare. Chi vuole può trovare tutte queste storie documentate, sul sito e, in parte, anche, nella pagina Fb di Diritti Civili. Nel caso di Pasqualina Straface sono orgoglioso di averla difesa, dopo averla conosciuta e apprezzata nella comune, bella esperienza politica che abbiamo avuto nel Consiglio provinciale, dove entrambi, eletti nel 2004, sedevamo tra i banchi dell’opposizione. Abbiamo insieme a lei e agli altri colleghi del Consiglio promosso tantissime iniziative umanitarie. Ho in quegli anni potuto conoscere Pasqualina Straface, apprezzare la sua grande passione civile, la sua umanità, il suo impegno a difesa della legalità e la sua assoluta onestà. Ecco perché l’ho sempre, sin dall’inizio, subito strenuamente difesa. Le sono stato umanamente sempre vicino in tutti questi anni. La sentenza di assoluzione e la rinuncia adesso al ricorso in Cassazione conferma quanto fosse giusta anche questa mia onesta, doverosa e coraggiosa battaglia garantista e di Giustizia. Mi chiedo però perché si sia commessa una così grande ingiustizia, colpendo una persona perbene e assolutamente innocente, arrecando a lei e alla sua famiglia una sofferenza indicibile e un danno devastante alla stessa città e al comune di Corigliano, ingiustamente sciolto per mafia! Ricordo solo che Corigliano è quello stesso comune che in questi ultimi anni ha scritto pagine meravigliose ed esemplari di accoglienza e solidarietà. Corigliano è la città che ha accolto e salvato migliaia di poveri migranti, uomini, donne e bambini, in fuga da guerre, persecuzioni e miseria. Una città, un comune che ha fatto questo non meritava di essere sciolto per mafia, ma elogiato e premiato dallo Stato con un Encomio solenne!