Nella nostra comunità in Corigliano Rossano, di fronte al perdurare di questa calamità, anche sui social, si nota spesso l’esclamazione: “ora siamo solamente nelle Mani di Dio!”. E’ chiaro che il Signore,nostro Dio, non avendo un corpo non ha neanche mani, per cui questa espressione è solo figurata e sta ad indicare il suo agire sull’umanità.
Le uniche mani divine che si conoscono sono quelle di Gesù, Figlio del Padre, e allora le sue mani sono state quelle di Dio (Gv.10,28-29). Le mani di Gesù sono state mani che hanno curato ( Mt.8,3), salvato (Mt.14,31), rianimato (Mc.5,41; 9,27), benedetto (Mt.19,13-15), guarito (Mc.6,5;7,32) , restituito vita (Mc.8,23-25), lavato piedi (Gv. 1-15) e mai schiaffeggiato nessuno (Gv.18,22).
Pertanto confidare che si è nelle mani di Dio non è un atto finale e rassegnato di impotenza, ma è un atto iniziale che ci accompagna e ci sostiene in ogni nostra iniziativa, volta a comunicare vita fra noi, nella certezza che in tutto quello che si fa si è sempre accompagnati e guidati da quell’amore misericordioso di servizio, che non viene incontro al bisogno degli uomini, ma lo precede.
Gesù ha dato la vita per evitare danni ai suoi discepoli (Gv.10,11) e ha poi assicurato loro che, quando non sarebbe più stato presente fisicamente, la sua azione sarebbe stata proseguita dallo Spirito, che è l’amore del Padre, sempre pronto ad aiutarci con un amore efficace che resta “per sempre”(Gv.14,16).
Questo ci permette di non preoccuparci di niente perché “essere nelle Mani di Dio” è garanzia di piena e crescente serenità, perché qualunque evento ci troviamo ad affrontare siamo sempre nella certezza che << tutto concorre al bene di coloro che sono amati da Dio (Rm.8,28) >>.
Chi è “nelle mani di Dio” non ha nulla da temere (Gv.10,28-29).
Corigliano Rossano 18 .03.2020 (Franco Palmisano).