Cara scuola,
sono Cristian e ho 12 anni, frequento la classe 2° … della scuola media “…………..” e vorrei parlare proprio con te dei miei sentimenti e delle paure, che sto provando in questo periodo di emergenza sanitaria per il nostro paese ma anche per il mondo intero. A volte mi fermo a riflettere e a farmi delle domande. Chissà quando durerà ancora questo periodo brutto e cosa faremo quando tutto sarà finito!
Torneremo a scuola ad abbracciarci o questo schermo ci dividerà ancora?

Stiamo affrontando una guerra che non si vince con le armi ma con l’intelligenza e con la pazienza.
I medici sono i nostri supereroi che ci stanno salvando, sono supereroi senza super poteri ma con tanta voglia di lottare e vincere questa battaglia a tutti sconosciuta prima d’ora.
Dallo schermo del mio computer vedo tante facce, ma non posso chiacchierare o scherzare con il mio compagno di banco come facevamo prima di questo periodo.
I professori si impegnano a spigarci la lezione attraverso quello schermo, quasi sempre riusciamo a seguire e impararla, ma la sensazione di distacco dai miei insegnanti e dai compagni l’avverto sempre di più, dandomi l’impressione di vivere una situazione che mai avrei immaginato di attraversare neanche nel peggior incubo.
Cara scuola, ti devo confidare che involontariamente mi sono creato un mondo tutto mio, dove immagino gli uccellini, i lupi, gli orsi, le farfalle e tanti altri amici animali che giocano con palline di tanti colori, partecipo con loro a saltare e correre nei prati.
Probabilmente questa mia immagine fantasiosa è nata perché molto spesso mi capita di guardare fuori dalla mia finestra e con la fantasia mi sembra di volare in quel cielo blu, dimenticando di essere chiuso in quella stanza, di divertirmi a correre e scherzare, come ho sempre fatto, con tutte le persone a cui voglio bene.
Mi sembra tutto irreale, non poter uscire con i miei amici e giocare con loro.
Ho riorganizzato la mia giornata, mi sveglio, faccio colazione e mi metto davanti al computer a seguire le lezioni giornaliere, che hanno chiamato didattica a distanza.
Cara scuola, mi manchi tanto, mi mancano tutti i compagni, anche quelli con cui ogni tanto ho avuto qualche piccola discussione, perché soprattutto in questo momento bisogna mettere da parte le incomprensioni passate e unirci per avere tutti assieme la forza necessaria per vincere questa battaglia.
Mi mancano la preside e la vicepreside e i loro messaggi di raccomandazioni sul nostro comportamento scolastico e i consigli di vita.
Mi mancano tutti i professori, con loro ci divertivamo spesso con battute e scherzi reciproci e con i quali, dopo aver svolto la lezione, ci intrattenevamo e discutevamo di avvenimenti che avevano interessato la nostra città.
Ancor di più mi mancano le lezioni del professor ……… e le sue battute e i giochini che quasi sempre riuscivano a farci distrarre dopo un’intensa lezione.
Mi mancano le lezioni di Italiano della professoressa …….., che si concludevano sempre con dei bei messaggi e consigli sul nostro futuro, in particolare la ringrazio per avermi fatto amare ancora di più la lingua italiana grazie al suo modo di sapersi confrontare con noi alunni.
Mi manca la professoressa ……. che mi ha aiutato tantissimo nel risolvere alcune difficoltà che mi impedivano di progredire nella sua materia, dandomi consigli e metodo di studio più appropriato.
Mi mancano anche i collaboratori scolastici e i loro giusti richiami perché spesso lasciavamo i banchi sporchi e in disordine.
Cara scuola, non è facile adattarsi a questo cambiamento così importante per me, ma anche per i miei compagni, ma io, cara scuola, ce la metterò tutta per tornare fra i tuoi banchi e ricominciare più forti di prima.
Un bacio,
il tuo più grande ammiratore,
                              Cristian.