E’ imminente un secondo “esodo” verso le regioni meridionali. Torneranno anche i “ nostri” ragazzi, giovani studenti e lavoratori che non hanno seguito lo scriteriato fuggi-fuggi, ( imperdonabili fughe di notizie dai Palazzi ministeriali), ma che con grande senso civico sono rimasti blindati nelle loro sedi, affrontando ulteriori sacrifici economici e psicologici. Giusto, dunque, il ritorno verso i propri affetti, ma il sollievo potrebbe diventare euforia che fa rima con pandemia.
Sarebbe deleterio far finta che tutto sia finito e che tutto va bene Madama Marchese!L’eccesso di“entusiasmo”, il pensiero che si possa ricominciare come se niente fosse, sono da cancellare e, purtroppo, per molto tempo ancora.
Questa delicatissima fase 2 impone la necessità di “norme” sempre più dettagliate, atte a regolamentare l’agire civile, seguite da sanzioni esemplari per chi le viola, ma questo può ancora non bastare. Certo sarebbe più agevole contenere l’epidemia come hanno fatto in Cina, ma noi, fortunatamente, viviamo in democrazia: si possono comprimere i diritti individuali fino a un certo limite che qualcuno ritiene già superato. Infatti, numerose anime belle, si illudono,spocchiosamente, di essere autosufficienti; pensano di vivere in realtà parallele, magari beatamente assisi su sperduti atolli e agiscono come Don Ferrante ( ancora Manzoni ) l’intellettuale deiPromessi sposi che alzò le spalle di fronte alle credenze dei suoi contemporanei, «non prese nessuna precauzione controla peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle».
Le stesse anime belle lamentano pericoli di sempre più limitate libertà . In realtà, a mio parere , come scrive saggiamente Ezio Mauro “ “Stiamo scambiando quote di libertà con quote di responsabilità” e questo – soprattutto in un sistema mondiale globalizzato –
Siamo di fronte ad una complessità di casi,sicuramente inediti, ( almeno dopo il secondo conflitto mondiale ) di difficilissima gestione, uno per tutti : come conciliare salute ed economia .L’economia dovrà ripartire, più lunga è la chiusura, più dura sarà la recessione, d’altra parte, aprire troppo presto rischia di far ripartire i contagi, sembra la tempesta perfetta : emergenza sanitaria ed emergenza economica .
A prescindere, allora, da chi ci governa ( sicuramente colpevoli di ritardi, inettitudine, confusione, rissosità, strumentalizzazione..ecc) penso che anche Churchill,De Gasperi, Adenauer , in questo momento storico, si troverebbero in difficoltà. La scienza ( e tanto meno la politica ) non ha certezze assolute, al massimo un principio, quello di precauzione –Nessuno può imporre dall’alto quel “senso di responsabilità,” verso se stessi e verso gli altri. Non esiste “norma” ne tanto meno “provvedimento” coercitivo se manca l’etica della responsabilità, e questa non si acquisisce per decreto. Essere responsabile vuol dire rendersi conto e rendere conto, agire in modo equilibrato e riflessivo, nella piena consapevolezza che i propri comportamenti e le proprie decisioni producono delle conseguenze per sé e in molti casi anche per gli altri. Ma un forte senso di responsabilità implica qualcosa in più.
Un conto infatti è sentire una responsabilità e un altro è assumersi una responsabilità, farsene carico personalmente, direttamente e completamente. Sentire una responsabilità è una percezione, assumersi una responsabilità è un’azione, il che significa avere atteggiamenti attivi e non passivi.
Quanto conta allora la responsabilità individuale nella gestione della seconda fase ? E’ fondamentale! A partire da quando si tornerà gradualmente al lavoro, all’apertura delle proprie attività , sarà proprio in base a come ci comporteremo, a come sapremo con intelligenza mettere in atto tutte le misure preventive che dipenderà la vittoria o meno di questo dannato Covid19. Un “focolaio”a sud di Napoli sarebbe devastante e peggiore della prima ondata, specie sul morale delle persone che hanno sperimentato due mesi di quarantena a casa ( fino adesso, noi meridionali, ci siamo comportati, e continueremo a comportarci, con grande senso di responsabilità, smentendo, ancora una volta, ridicoli luoghi comuni e pregiudizi, in barba a chi presagiva l’apocalisse )
Il prossimo futuro è dunque nelle nostre mani.
La convivenza con il virus, per il momento, è inevitabile. Le uniche armi che abbiamo ora sono distanziamento sociale, igiene delle mani,uso delle mascherine
Non è difficile fare il proprio dovere, in fondo è quello che ci viene chiesto ogni giorno e che ogni giorno chiediamo agli altri, Coronavirus oppure no. È così che si fa la Storia, è così che dobbiamo fare la nostra, adesso. E ce la faremo.
“La Storia entra dentro le nostre stanze e le brucia / La Storia dà torto o dà ragione / La Storia siamo noi / Siamo noi che scriviamo le lettere / Siamo noi che abbiamo tutto da vincere e / Tutto da perdere” (“La Storia”, Francesco De Gregori).