Corigliano-Rossano. Sta cosa di essere la terza città della Calabria oltre a scriverla sui social a mo’ di mantra sarebbe il caso di iniziare di metterla in pratica. E magari potremmo iniziare adeguando i trasporti urbani. Proprio oggi pomeriggio attendevo il bus alla fermata del Bar Vittoria, centro storico dell’area urbana Rossano, per andare a lavoro. Come da orari presenti sulla pensilina attendevo il passaggio del bus delle 15,36 che doveva condurmi alla fermata di Torre Pisani.
Dato che a volte è capitato che le corse anticipassero mi sono presentata alla fermata alle 15 e 10, per essere sicura di non perderlo. Senonché le 15,36 sono passate abbondantemente ma del bus nemmeno l’ombra (come del resto non c’è ombra neanche sotto la pensilina). Mentre continuavo a guardare la strada mi è passata vicino una ragazza, che mi ha rivelato un segreto: gli orari non sono quelli appesi alla pensilina, ma sono cambiati a causa delle misure legate alla crisi Covid-19. Dunque il pullman era previsto per 16,06 ma ovviamente o vai a cercarti l’orario on line oppure non ne saprai nulla.
Già in ritardo con il lavoro ho avvertito che sarei scesa qualche minuto dopo l’ora prevista, siamo in tempi di emergenza e potrebbe accadere. L’amara sorpresa è arrivata dopo le 16, quando il bus mi è passato davanti ma non si è fermato. L’autista mi ha fatto segno di NO con la mano ed è andato via. Lasciandomi, dopo un’ora di attesa, alla pensilina. Perché il bus era già pieno in base alle nuove disposizioni e quindi non poteva far salire nessun’altro.
Per non perdere il lavoro ho dovuto farmi venire a prendere e scendere. Io non ho un’automobile, mi sposto coi mezzi e non ho altre soluzioni.
Dunque chiedo a chi di competenza: dovrò noleggiare un autista per farmi accompagnare a lavoro e risalire tutti i giorni? Dovrò recarmi a piedi al capolinea per accaparrarmi un posto ed evitare di perdere autobus e lavoro? E’ questo un servizio degno della tanto decantata terza città della Calabria?
Date soluzioni, anziché post autocelebrativi, che di propaganda spiccia non sappiamo che farne.
Elisabetta Salatino, pendolare