Il Movimento per la Rinascita del Partito Comunista Italiano (MR P.C.I.) della Piana di Sibari non trova altre parole per stigmatizzare l’affronto vergognosamente plateale nei riguardi di cittadini di ogni colore e bandiera. Comunisti Italiani della Sibaritide esprimono tutto il loro sdegno politico in quanto per i consiglieri regionali calabresi, in carica e non, i VITALIZI, dopo aspre battaglie a mala pena usciti dalla porta, il Consiglio Regionale, maggioranza e opposizione di comune accordo, li ha fatti entrare dal portone. Come??? E’ presto detto!!!
Modificando all’ultimo momento (in zona Cesarini verrebbe da dire) la legge n°13/2019, dando la facoltà di continuare a pagare i versamenti previdenziali anche a chi non è più consigliere regionale in carica, perché decaduto dal mandato a seguito di ricorso.
E’ uno schiaffo morale, non solo politico, che la Politica degli interessi personali e spiccioli dà con disprezzo in faccia a quei poveri, ma dignitosi calabresi, che dopo aver lavorato una vita, rompendosi la schiena in questa valle di lacrime di sperequazioni sociali, si devono accontentare di pagarsi a fine mese una pensione molto al di sotto dei mille euro, pensione di fame, rispetto ad un vitalizio garantito di circa 3.000 € al mese, più o meno con un corrispettivo lavorativo da consigliere regionale in alcuni casi anche con meno di 5 anni di effettivo mandato.
Cos’è successo in Consiglio Regionale??? Alle 20,30 tutti i consiglieri regionali presenti si sono modificata la L.R. n°13/2019, votando per continuare a pagarsi i contributi previdenziali anche se decaduti a seguito di ricorso, come se fossero a tutti gli effetti in carica.
E’ un affronto sfacciato alla dignità dei lavoratori calabresi, che si devono accontentare di una misera pensione per una concomitanza di eventi: ingiustizie, prevaricazioni e soprusi all’interno di un meccanismo operativo del lavoro tra sfruttamento di fatto e impegni di buona volontà.
I Comunisti della Piana di Sibari è da sempre che sostengono che ai Consiglieri Regionali, unitamente ai Parlamentari eletti al Senato e alla Camera, gli anni di mandato regionale e parlamentare debbano essere valutati a tutti gli effetti previdenziali e contributivi come anni di lavoro effettivamente svolto nel settore in cui erano occupati prima di essere eletti, ovviamente il tutto a carico della Regione, in cui vengono eletti, o dello Stato.
Nel campo del lavoro non ci possono essere lavoratori figli e lavoratori figliastri. La pensione non può essere per alcuni un privilegio e per altri un affronto alla propria dignità di lavoratore!!!
La pensione deve essere per tutti il giusto coronamento degli anni di lavoro effettivamente prestati, anche se contestuale con un periodo della propria vita da consigliere regionale o senatore o deputato. E il mandato non deve dare un privilegio, ma un giusto, dignitoso e adeguato trattamento previdenziale e riconoscimento per aver svolto un lavoro per la propria Regione o per lo Stato.
Corigliano-Rossano, 03/06/2020. per il Movimento Rinascita del Partito Comunista Italiano il Coordinatore Cittadino comp. Giuseppe Marincolo