Gli addetti ai lavori e i proprietari delle zone interessate dall’alluvione del 2015 conoscono bene il cosiddetto “Vincolo Tansi”, perché in tali zone, in via cautelare, non è possibile, in attesa di definizione da parte dell’ autorità competente, alcun intervento edilizio. Queste misure di salvaguardia permarranno, se nel frattempo non ci si determinerà nel merito, fino al 2023.
Chi deve pronunciarsi al riguardo del vincolo è l’Autorità di Bacino Distretto Idrografico Appennino Meridionale, ma non risulta che né il commissario prefettizio, né l’attuale amministrazione si siano adoperati per definire questo limbo che fa permanere i proprietari degli immobili (edifici e terreni edificabili) nell’incertezza. E’ pertanto opportuno che l’attuale amministrazione si attivi presso l’Autorità di Bacino succitata per sollecitare la conclusione dell’iter di studio, che potrà concludersi o con l’apposizione del vincolo R4 (alto rischio idraulico) o lasciando l’area senza alcun vincolo o con rischio basso. Perché si rende necessario una rapida definizione del vincolo? Perché a partire dal prossimo primo luglio, si potranno avviare i cantieri per gli interventi edilizi che potranno beneficiare del superbonus del 110% e, con le attuali condizioni, verranno impediti nelle zone alluvionate gli interventi previsti dal “Decreto Rilancio”. Un danno economico che potrebbe trasformarsi in beffa se, alla scadenza del termine ultimo per completare i lavori, le aree risulteranno prive di vincolo idraulico.
Ing. Cataldo Capalbo