Cesare Battisti, in una lettera inviata ai propri legali, Gianfranco Sollai e Davide Steccanella, alla direzione del carcere calabrese e al garante nazionale dei detenuti, scrive di sentirsi “in pericolo” nel carcere di Rossano dove è stato trasferito nel reparto Alta Sicurezza AS2 per scontare l’ergastolo per 4 omicidi e altri gravi reati, dopo essere stato recluso dal 2017 a Oristano.
L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, nella missiva, il cui contenuto è stato diffuso dall’avvocato Sollai, dice di non volersi esporre al pericolo del “terrorismo islamista che può essere rappresentato dai detenuti nella sezione As2 nel quale mi trovo” e ricorda di essere “stato minacciato da membri di Al Qaeda nel 2004” quando si trovava nel carcere parigino de La Santè, “per avere preso posizione pubblica contro il velo islamico e l’atroce discriminazione delle donne“, e poi una seconda volta nel 2015 “per avere pubblicamente criticato operato dell’Isis in Siria“.
Battisti spiega che da marzo sta scrivendo “un libro che tratta la carneficina dell’isola nel Rojava”. Frattanto l’avvocato Sollai, che parla di “trasferimento assurdo” e di “trattamento non consono al suo reale stato e ulteriormente penalizzante”, annuncia che verrà nuovamente proposta l’istanza per il declassamento come detenuto di alta sorveglianza.
Fabio Pistoia