Fin dai primi momenti di febbraio e marzo sono sempre stato un difensore dell’intervento di emergenza dello stato, perché la situazione lo richiedeva. Ma adesso sono passati ben otto mesi, e lo stato ha avuto tutto il tempo per riorganizzare le sue strutture, centrali e periferiche,
cioè ministeri, ospedali, asl, medici di famiglia, scuole etc. E invece la prima quindicina di ottobre spunta il nuovo DPCM, cioè il decreto che il presidente del consigliò Conte impone all’Italia. L’ennesimo decreto del capo del governo. Ma nel frattempo per fare un tampone a CoriglianoRossano ancora adesso è possibile solo se hai sintomi, se sei asintomatico nessuno è in grado di farti un test rapido o un tampone ( se paghi invece i privati te lo fanno) . E così è a Napoli, a Roma, a Milano e in tutta l’Italia. Quindi il governo ci impone nuovi sacrifici con chiusure anticipate, divieti di assembramenti, divieti di fare feste, matrimoni numerosi etc., quindi si affida alla responsabilità dei cittadini, e può starci, ma la parte sua la fa? Pare proprio di dover constatare che in questo momento né il medico di famiglia, né l’asl o i suoi servizi territoriali, in tutto il paese con differenze regionali, ma in genere i servizi sanitari non sono in grado di affrontare una situazione di test di massa come adesso è necessario, visti i contagi che sono aumentati dal mese di agosto ad oggi. E le terapie intensive e gli ospedali si stanno di nuovo riempiendo.
Non mi piace su questa materia essere superficiale, trarre delle conseguenze poco precise, ma sembra proprio che lo stato abbia delle difficoltà serie ad affrontare una situazione che nuovamente sta spingendo verso l’emergenza dei contagi. Se fai un tampone, chi è fortunato a poterlo fare, il risultato lo hai dopo cinque giorni o più, quindi nel frattempo qualora fossi positivo anche asintomatico sei libero di infettare le altre persone che incontri.
Insomma la famosa seconda ondata di autunno che tutti i medici e virologi avevano previsto si sta verificando, ma lo stato italiano alla prova dei fatti si sta dimostrando impreparato a rispondere con gli strumenti tecnici di cui dispone per cui noi tutti cittadini paghiamo le tasse. L’unica cosa che è stato capace di fare è quella di inasprire le misure per i cittadini (che novità!), cioè fa leva solo sull’impegno (e la tasca) dei cittadini. Spiace doverlo dire con tal chiarezza, ma pare proprio che sia così. Anche per il vaccino contro l’influenza pare che si stia verificando una situazione non proprio limpida.
Sbagliare un volta è ammesso, vista l’impreparazione verso una malattia che era nuova e sconosciuta, ma adesso no, non si possono ripetere gli tessi errori: molta responsabilità è dovuta alle debolezze in cui è caduto il sistema sanitario italiano, con la chiusura di molti ospedali, la diminuzione di medici e infermieri che è avvenuta tra la fine degli anni novanta e pochi anni fa, cioè grazie al disimpegno dello stato in questo settore, per via dei risparmi, dell’austerità etc.
E la politica che fa? A parole sembra che ci siano miliardi per questa situazione, ma nella realtà nessun medico nuovo è stato assunto strutturalmente, cioè in maniera definitiva, e così è per infermieri e personale ausiliario in genere, ma così è pure nella scuola( a parte un concorso che si deve ancora svolgere..) e stessa cosa nei trasporti. Avete forse visto che i treni sono aumentati, o i bus o i pullman nelle città? No, e quindi i mezzi di trasporto sono affollati, al mattino quando le persone vanno a lavorare o a scuola o quando ritornano a casa. Insomma l situazione di gestione di questa emergenza si sta rivelando ben più difficile di quanto si potesse pensare e lo stato sta dimostrando tutte le sue inefficienze e incapcità di reggere la situazione.
La lezione che io traggo è semplice:
A ) OGNUNO CERCHI DI ESSERE PRUDENTE AL MASSIMO,
B) LA RIFORMA DELLO STATO E’ DIVENTATA ORMAI UNA COSA URGENTE . Ministeri, asl, scuole, INPS, enti vari di assistenza, vanno svecchiati, assumendo nuovo personale giovane e preparato e ben formato con corsi di formazione moderni e tecnologicamente avanzati. Ma il rapporto tra cittadini e Stato, nei servii va assolutamente potenziato e portato a livelli moderni di efficienza con assunzioni mirate. Le leggi vanno assolutamente semplificate in modo che una regola sia compresa anche dal semplice cittadino e possa essere applicata con facilità.
Ce la faremo? Cambiando la mentalità cioè cercando una politica che sia efficiente e non solo per gli interessi dei singoli, ma per il bene collettivo.
FABIO MENIN