La vera tristezza non è quando, a sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro in casa, ma quando tu non attendi più nulla dalla vita. La solitudine più nera la soffri non quando trovi il focolare spento, ma quando non lo vuoi accendere più : neppure per un eventuale ospite di passaggio. Hanno detto che la santità di una persona si commisura dallo spessore delle sue attese. Allora “attendere” è sperimentare il gusto di vivere in santità.
Se è così allora bisogna concludere che Maria, la Tutta Santa, madre di Gesù e madre nostra, è la più santa delle creature proprio perché tutti i momenti della sua vita appaiono sempre cadenzati dai ritmi gaudiosi di chi aspetta qualcuno.
Lei,Vergine vigile e in attesa perché si compisse la Missione del suo Figlio Gesù, ma poi , nel Cenacolo in compagnia dei discepoli, in orante attesa dell’Avvento dello Spirito, che sarebbe disceso sulla Chiesa per additarle la sua missione di salvezza.
<<Santa Maria, vergine dell’Attesa, Ti preghiamo, nell’oggi della storia, dona al tuo popolo,ancora e sempre, del tuo olio perché le nostre lampade si stanno spegnendo. Le riserve si sono consumate!
Riaccendi anche nella nostra comunità, che è in Corigliano Rossano, gli antichi fervori che ci bruciavano dentro quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia: l’arrivo di un amico lontano, il rosso di sera dopo un temporale, le campane a stormo nei giorni di festa, il sopraggiungere delle rondini in primavera, l’acre odore che si sprigionava dalla stretta dei frantoi , le cantilene autunnali che giungevano dai palmenti, il profumo di spigo che irrompeva quando si preparava una culla.
Se oggi non sappiamo più attendere, è perché siamo a corto di speranza. Soffriamo una profonda crisi di desiderio. Noi, paghi dei mille surrogati che ci assediano , rischiamo di non aspettarci più nulla da quelle promesse ultraterrene che sono state firmate col sangue dal Dio dell’Alleanza.
Santa Maria, Vergine dell’attesa, donaci una vita vigile . Giunti alle soglie del terzo millennio ci sentiamo più figli del crepuscolo che profeti dell’avvento.
Tu, Sentinella del mattino, ridesta nel nostro cuore la passione di giovanili annunci per rinvigorire un mondo che si sente già vecchio . Di fronte ai campi che scuotono la storia, donaci di sentire, sulla nostra pelle, i brividi di nuovi cominciamenti .
Facci capire che non basta accogliere ma bisogna saper “attendere” . Accogliere potrebbe essere segno di rassegnazione, attendere è sempre segno di speranza.
Rendici perciò testimoni dell’Attesa. E il Signore che viene, o Vergine dell’Avvento , ci trovi in questo Natale, anche per la tua materna complicità, con la lampada in mano perché, con Te, mattiniera, possiamo svegliare l’aurora per una nuova civiltà dell’amore>>.
( …liberamente adattata e tratta dagli scritti del Vescovo Don Tonino Bello).
Corigliano Rossano 12.12.2020 ( Franco Palmisano)