La situazione del nostro plesso ospedaliero è drammatica: ringraziamo la maggioranza del bel regalo che ci ha fatto! Aver voluto il polo COVID al Giannettasio era ed è una scelta sbagliata: questo lo abbiamo detto e continuiamo a ripeterlo.
Ora la situazione sembra essere al collasso ed a pagarne le spese, come sempre, sono i più deboli.
La saturazione del nosocomio, infatti, provoca una serie di ricadute sulla salute di tutti i cittadini.
Come forza politica non ci interessano le polemiche sterili e fini a sé stesse, ma abbiamo a cuore la salute dei cittadini.
Rivolgiamo un appello a tutta la classe politica regionale affinché faccia approvare il protocollo medico, meglio conosciuto come TERAPIA “REMUZZI”, che consente, se applicato subito, di aggredire e CURARE IL COVID A CASA.
Tale protocollo, basato su farmaci specifici facilmente reperibili, consente ai medici di base di aggredire la malattia evitando l’accesso nei presidi ospedalieri.
I risultati ottenuti nelle realtà dove si è applicato tale protocollo, fanno ben sperare. La regione PIEMONTE è un esempio virtuoso.
I malati di COVID non vanno lasciati soli ma vanno implementate e migliorate tutte le procedure di assistenza domiciliare. I disabili, come sempre, rischiano di pagare il prezzo più caro.
Le famiglie che contraggono il virus sono sole, quasi abbandonate al loro destino.
Dalla spesa ai farmaci, per chi vive con un disabile in casa e ha la sfortuna di essere contagiato, la malattia diventa un dramma nel dramma.
Cosa succede, infatti, ad una famiglia con una persona cara disabile?
Quali sono i protocolli messi in atto per chi ha bisogno di assistenza continua e, per via del COVID, viene messo in quarantena?
Alcuni disabili con patologie gravissime non riescono nemmeno a prenotarsi sulla piattaforma, in quanto la loro patologia sembra non essere presente dal punto di vista informatico. Peccato: per un disabile non c’è cosa peggiore che sentirsi dire: “Lei, per noi, sta bene!”
Altro aspetto importante sono i farmaci e le bombole d’ossigeno. Le farmacie iniziano ad entrare in sofferenza perché le bombole d’ossigeno, spesso, non vengono restituite subito. Attraverso le associazioni di volontariato come la Croce Rossa (ricordiamo che sono stati vaccinati) si possono attivare protocolli virtuosi per il recupero delle bombole d’ossigeno.
Il sindaco deve assumersi l’onere della carica e farsi portavoce per i numerosi disagi che la cittadinanza sta vivendo. Deve alzare la voce e dimostrare il suo spessore (ammesso che ne abbia!) coinvolgendo le istituzioni opportune. Essere presidente della conferenza dei sindaci non può significare solo avere un lustrino sulla giacca; ora c’è da alzare la voce e noi, come forza politica di opposizione, siamo pronti a sposare questa battaglia per il territorio.
Ad ottobre sono previste le elezioni regionali e noi di “Azione” auspichiamo che questo territorio non sia solo un “bacino elettorale” dove andare ad attingere preferenze; ora occorre seminare con fatti e non con parole, perché la salute dei cittadini sia al centro dell’agenda politica e non di spot elettorali.
Firmato
Giovanni Lefosse (referente Azione Corigliano-Rossano)