di Fabio Menin
Ho letto su facebook l’ennesima lagnanza di un signore che si lamenta per la pulizia di spiaggia fatta dal comune: a suo dire adesso che un fosso è stato totalmente ripulito da erbe e canne ci può cascare dentro un bambino.
Perché prima con le erbe e la plastica non era lo stesso pericoloso? Perché un bambino non può cadere in mare? L’incidente può accadere sempre e in qualunque luogo, ma criticare quando l’istituzione cerca di fare il suo dovere, mi sembra veramente proprio di gente abituata ad avere il piatto sotto il muso e a sparlare sempre del vicino o dell’altro partito. Ma come, è da una decina d’anni che sul mare non si organizza una pulizia degna di questo nome lontano dalle elezioni, e la discarica di spiaggia a ogni estate si riforma puntualmente, e adesso ci si lamenta? Lasciamo perdere.
Piuttosto quello che mi permetto di osservare è che la pulizia di spiaggia , come quella dei torrenti e di tutte le zone naturali di pregio, o anche non di pregio, secondo il ministero dell’ambiente va fatta secondo alcuni criteri:
1) rispettare sempre la natura
2) intervenire per esigenze concrete e indifferibili da parte delle persone che utilizzano la natura, ma senza alterare né i luoghi e neppure senza distruggere erbe, alberi etc. Nel caso della spiaggia secondo la legge italiana, le erbe hanno una precisa funzione di ricircolo dell’habitat, utile a insetti, animali e uccelli, quindi prima di radere al suolo bisogna pensarci bene. Nel caso di Rossano poi c’è un fatto nuovo: la nostra spiaggia , già di per sé ciottolosa e poco sabbiosa, è in erosione, quindi gli interventi devono favorire la difesa dell’arenile ed evitare la perdita della sabbia. E le erbe hanno la funzione , tra l’altro di trattenere la sabbia. Il comune è intervenuto raccogliendo le erbe spiaggiate in una serie di cumuli che permettono il passaggio delle persone e facendo tabula rasa delle canne nei torrenti. Sul primo intervento concordo, sul secondo, penso che le indicazioni del ministero non siano quelle. Dobbiamo deciderci: vogliamo le spiagge naturali della Calabria jonica o vogliamo le spiagge tipo Rimini? Questa è la scelta da fare. Avere erbe tra i piedi è fastidioso, ma si può benissimo aggirare il problema facendo degli accessi riservati alle persone in modo che si va in spiaggia si fa il bagno e si ritorna senza lasciare neppure un capello, Invece qui ci si lamenta quando si fa pulizia e si va a fare il bagno lasciando una discarica sulla spiaggia.
Quando si va a contatto della natura, portando migliaia di persone, si corre sempre il rischio di distruggere qualcosa, ma se si va col menefreghismo è un conto, se invece si permette alle persone di andare ma col rispetto di regole ben precise, quantomeno i danni vengono limitati. Io sono andato un paio di volte Rimini e in tutta sincerità il carnaio umano che ho visto non mi piaceva, e neppure l’acqua che era una bagnarola calda. Preferisco la mia Calabria jonica, però dobbiamo tenercela da conto, tutti quanti.
Fabio Menin già pres. WWF Calabria