Poste Italiane al fine di determinare le crescite professionali emette, comunicati interni intesi a reperire personale con specifici requisiti, necessari a partecipare alle selezioni.
Nello specifico, la struttura Regionale di Poste Comunicazione e Logistica, Risorse Umane e Organizzazione Territoriale, in data 28/09/2020 ha bandito una selezione, in ambito delle singole province calabresi, per personale da promuovere al ruolo di capo squadra all’interno della struttura di Recapito della Corrispondenza.
Il bando di adesione prevedeva – tra i requisiti – che potevano partecipare tutti gli operatori di recapito con figura professionale di Portalettere Senior e inquadramento al Livello “D”.
Sempre nel bando veniva precisato che la sede di lavoro per gli aspiranti capi squadra rimaneva la provincia di attuale applicazione.
I partecipanti, così selezionati, sarebbero stati sottoposti ad un colloquio valutativo per determinarne le capacità e l’attinenza alla nuova mansione.
Ciò che ha scandalizzato e sconcertato le Scriventi OO.SS. è stata la pervicace irregolarità che ha contraddistinto sia l’iter di accesso e di ammissione al concorso, che quello di valutazione e promozione del personale.
Infatti, non tutti gli aspiranti al ruolo, in possesso dei requisiti previsti, sono stati chiamati e sottoposti a regolare valutazione, determinando una forte ed ingiustificata discriminazione tra il personale interessato.
Inoltre, cosa gravissima, dalle risultanze del concorso, il cui iter si è concluso da pochi giorni, sono emerse promozioni di unità con requisiti di Portalettere Junor al Livello “E”, quindi non conformi al bando aziendale, per poter accedere alla selezione, e perfino assegnate in province diverse da quelle di applicazione.
Si è determinato così, in un colpo solo, una promozione illegittima ed un trasferimento occulto che elude anche la normativa che regola la mobilità.
Di fatto un concorso, che rispetto al bando emesso da Poste, risulta viziato da quattro grosse irregolarità:
– l’ammissione alla partecipazione di personale che non aveva titolo
– la promozione di personale che non poteva partecipare alla selezione
– la mancata convocazione di tutti gli aspiranti in possesso dei requisiti previsti
– l’assegnazione in sedi provinciali diverse da quelle previste dal bando.
Le risultanze di tale selezioni risultano pertanto alterate nella forma e nella sostanza.
A nulla sono valse le denunce prodotte dalle Scriventi OO.SS., per bloccare le promozioni di personale non titolato e di quant’altro di illecito si è riscontrato nell’espletamento della selezione.
Anche a fronte di denunce ampiamente documentate, l’Azienda non ha inteso recedere dalle decisioni assunte.
Nell’ultimo incontro sul tema, tenutosi il 06 Agosto u.s., fumose sono state le giustificazioni
dell’Azienda, quasi ad intendere la facoltà di esercitare un “libero arbitrio nel cambiare le regole
d’ingaggio in modo discrezionale”.
Considerato le sopra esposte premesse, tutto lascia supporre che ci troviamo in presenza di un
progetto mirato a costruire percorsi di accesso e di crescita professionale “ ad personam “, al di
fuori di ogni regola.
I presupposi evidenziati, costringono, le segreterie Provinciali di Cosenza, a denunciare alla
pubblica opinione tale abuso di potere posto in essere dall’Azienda a livello periferico.
Tra l’altro suscita dubbi e perplessità il fatto che gli organi gerarchicamente superiori, non abbiano
colto la necessità di determinare una dovuta reazione, al fine di accertare i fatti denunciati, ma che
certamente, loro malgrado si troveranno ad essere negativi protagonisti anche nelle sedi
giuridicamente competenti.