Halloween è una festa che ha conquistato anche gli italiani. Secondo le statistiche pare che 8 milioni di nostri connazionali, con mascherina o senza, renderanno onore alla festa delle streghe o delle zucche.
Con questa festa c’è voglia di divertirsi, di festeggiare a mascherarsi soprattutto nelle scuole.
In questi ultimi anni con l’avvicinarsi di tale festa ( il 31 ottobre), anche in Corigliano Rossano, è ripresa la crociata di tanti cristiani che vedevano in questa festività il trionfo del male, che ha risvolti nel mondo dell’occulto e della magia.
Perché questo astio? Tutto nasce dal fatto che molti credenti hanno paura del sorriso, perché hanno ancora una spiritualità che si distacca dal Vangelo e che devasta irrimediabilmente la loro stessa vita. per cui occorre rinnegare quella felicità umana che è fatta anche dal piacere dei sensi degli esseri viventi.
Gli ecclesiastici, nel passato, si sono occupati più della sofferenza che della beatitudine, più della mortificazione che della vivificazione, più del pianto che del riso, più della morte che della vita e lo stesso abito a lutto divenne la loro divisa.
Una tale spiritualità , che divinizza la sofferenza e la morte, non ha altro rimedio che insegnare ai credenti a porre l’unica speranza nell’altra vita, quella dell’al di là, la sola degna di essere chiamata tale.
L’esistenza è, per costoro, solo un’immensa valle di lacrime (“gementi e piangenti…”), in cui ci guazzano tristemente le anime devote in attesa della morte biologica.
No! La vita del credente , che si basa sul Vangelo, non entra mai in conflitto con la quotidianità, anzi la potenzia, e non entra in rivalità con la felicità, perché la vita che è in Cristo non diminuisce la persona ma l’arricchisce e non toglie il sorriso, ma l’illumina.
Corigliano Rossano 29.10.2021 (Franco Palmisano).