Il tema della gioia non è molto gettonato nella spiritualità cristiana e neppure quinti fra tanti credenti della nostra Comunità in Corigliano Rossano.
Noi siamo eredi di una tradizione spirituale triste, dove dolore e sofferenza sono la piscina in cui beatamente ci si immerge, mentre gioia,felicità e piacere vengono viste con sospetto.
Eppure nel vangelo di Giovanni (cap 15 e 16), Gesù invita alla gioia, alla “sua” gioia, e ci indica di come sia possibile viverla in pienezza in questa nostra esistenza terrena e non solo nell’aldilà.
Noi cristiani viviamo oggi in un momento delicato della Chiesa, in cui è triste attendersi dall’autorità ecclesiastica solo risposte, dettate dalla paura o dalla difesa di quale interesse contingente.
Ci si difende che purtroppo ci sono tra i credenti, come nella primitiva Comunità cristiana individui da considerare mele marce. Ok
Ma è necessario che la chiesa del Sinodo . . . in cammino, sia più coraggiosa e ritorni con noi alla Verità evangelica, a quella linfa che, ravvivata dalla Forza dello Spirito vivificante inviato dal Padre e capace di rivitalizzare e far sì che un Albero buono dia frutti buoni
Il Dio di Gesù, l’Emanuele, è talmente innamorato degli uomini, per cui lui si incarna e prende dimora nella nostra vita nella nostra carne.
La Chiesa che vogliamo e che amiamo è quella che propone a noi suoi credenti non tanto di spiritualizzarci, ma di umanizzarci sempre più, seguendo Gesù in un servizio di liberazione e promozione umana.
Solo in questo servizio di amore, di istintivo della nostra Comunità nell’Oggi della Storia, si pregusta l’esultanza del Gesù che esclama: >> la vostra gioia sia piena (Gv 15,11)>>
Corigliano Rossano 28/11/2021 (Franco Palmisano)