Per l’esproprio dell’area per la realizzazione della strada di collegamento tra via nazionale e la villa comunale, divenuta poi via Maiorana.
I fatti risalgono ancor prima, quando l’Amministrazione comunale dell’epoca con delibera n.295 del 30 agosto 1984 approvava il progetto per la realizzazione della strada di collegamento tra via nazionale e la villa comunale dello scalo, mediante esproprio e con occupazione d’urgenza dell’area di proprietà famiglia de Rois, che, stante il mancato perfezionamento dell’iter espropriativo nel 1990 avviava azione giudiziale per il risarcimento dei danni davanti all’ex Tribunale di Rossano che, con sentenza del 28.9.2006, sulla base di consulenza tecnica d’ufficio, condannava l’ente comunale al pagamento della rilevante somma di € 221.295,618 oltre interessi dall’1.4.2002. Il Comune di Rossano proponeva, con la difesa dell’avv. Giuseppe Tagliaferro, appello contro la sentenza e dopo ben due altre consulenze affidate a tecnici diversi e ulteriori richieste di chiarimenti, con sentenza del 7.9.2015, in accoglimento dell’impugnazione in ordine al minore valore da attribuire all’area oggetto dell’esproprio,riduceva la somma da pagare a € 105.320,00 oltre interessi, riconoscendo valide e fondate le critiche mosse alla prima sentenza e alla consulenza di primo grado, per non aver meglio considerata la natura edificabile soltanto parziale dell’area, sulla base degli strumenti urbanistici vigenti all’epoca, che ne prevedevano per una parte la destinazione edificabile ad iniziative pubbliche, con una economia per le casse pubbliche non indifferente.
Nelle more del lungo contenzioso, sull’area oggetto dell’espropriazione, è stata realizzata la via denominata
Contro la sentenza di appello della Corte di Catanzaro veniva proposto dal proprietario dell’area ricorso per cassazione, denunciandone vizi afferenti alla errata valutazione del valore della stessa, ritenendo che gli stessi strumenti urbanistici non vietassero iniziative di edificabilità anche ai privati, chiedendo l’annullamento della sentenza dei Giudici di Catanzaro e la conferma della prima pronuncia; mentre la difesa dell’Ente Comunale con l’avv.Giuseppe Tagliaferro, contestava una tale rivalutazione dell’area, argomentando diversamente come l’area in questione, in particolare una parte della stessa, ricadesse in zona, in sostanza, vincolata ad edificabilità ad uso pubblico.
All’udienza del 20.10.2021 il ricorso per cassazione veniva trattato e con ordinanza depositata il 25.1.2022 la Corte di Cassazione, prima sezione civile, esaminando gli atti ed in particolare gli strumenti urbanistici vigenti all’epoca ha rigettato il ricorso, riconoscendo la natura edificabile soltanto pazziale dell’area, accertandone definitivamente per la restante parte la possibilità di edificazione soltanto mediante iniziativa pubblica, confermando la sentenza di appello.