Ordunque, quelle che alcuni anni chiamavamo fregnacce, sciocchezze, idiozie o, nella miglior delle ipotesi, cazz.. te, grazie alla propulsione dei social media ed a un riverginamento anglofino, vengono oggi appellate fake news.
Non siamo certo di fronte a novità, le notizie fasulle, la disinformazione , la propaganda sono sempre esistite, adesso magari sono congegnati strategicamente per condizionare, più intensamente, l’opinione pubblica.
Prima di internet l’informazione era monopolizzata dai giornalisti ed i direttori ne erano responsabili; il giornalista era perseguibile se violava la deontologia, oggi, nel mare magnum della rete non c’è difesa, ognuno butta la spazzatura che vuole.
Con l’avvento delle nuove tecnologie, ora è molto più facile far circolare disinformazione, in lungo e in largo, sui social e altri forum online
Per esempio, con la pandemia siamo stati spettatori di campagne disinformative e narrazioni allarmistiche, un surplus informativo (cd. infodemia) di difficile discernimento per la collettività, e non solo. In Russia la verità dei fatti viene programmaticamente rovesciata, ma anche qui da noi , alcuni producono forme più striscianti di mistificazione, elaborano formulazioni alternative.
I dibattiti televisivi , spesso, sembrano sganciarsi dalla realtà, una fauna eterogenea la abita e la monopolizza in ogni pertugio. Persone dalle multiformi prestazioni , sicuri di possedere vastità di conoscenze , pontificano, con spocchia e sicumera ,su qualsiasi argomento a portata di microfono-
Commentatori a vario titolo, alimentati a gettoni come telefoni vintage, “metamorfosandosi”, spaziano, dai vaccini” agli scenari di guerra come esperti “pandemologi” e fini “geopolitologi”e, si badi, non sono tutti carneade, tra loro sguazzanno docenti universitari, filosofi, sociologi ecc., ci spiegano la verità sui poteri forti, le manipolazioni delle élite mondiali, il coraggio di avere la schiena drittissima (ma le idee stortissime), passando dal Covid alla guerra in Ucraina, incredibilmente senza alcun discernimento Se solo Putin avesse saputo quanti italiani sono disposti a creare verità alternative gratis ! E poi si sa, in guerra, la prima vittima è la verità.
La Russia, con la sua costante disinformazione non ha inventato niente. Se non esistono certezze, se verità e bugia sono impossibili da distinguere allora…tutto fa brodo.
La disputa sulle date dell’abbandono di Bucha da parte dell’esercito russo appartiene a questo canone. diffonde sui social una fake news per cui i cadaveri di Bucha sono stati uccisi dagli ucraini in seguito all’abbandono russo per incolpare il Cremlino.
I cadaveri di Bucha erano effettivamente cadaveri e non attori, dove i satelliti dimostrano che i corpi delle vittime di Bucha si trovavano lì da giorni, smentendo, quasi in diretta, la tesi russa.
Una nemesi, per la potenza considerata maestra della disinformatia sul web, che obbligata a giocare di rimessa risponde con indizi labili, confutabili, spesso falsi. Ma tanto l’importante è sempre seminare il dubbio.
Se la negazione non funziona, si può sempre fare una chiamata in correità dicendo che gli altri, gli americani, la Nato o gli ucraini, hanno fatto ben di peggio. I contenuti fake sono diventati una realtà quotidiana della vita online, con centinaia di siti che creano storie false o distorte per guadagno politico o personale. Come difendersi ?
Esistono centinaia di pubblicazioni in merito; lo stesso web è prodigo di consigli.
Molto probabilmente ci vorrà una combinazione di strumenti cognitivi intelligenti, educazione all’alfabetizzazione mediatica e un quadro normativo che limiti il potere degli interessi in ballo al fine di rendere il mondo di internet un luogo più sicuro.
E, a proposito di fakenews in ambito territoriale : qualcuno ricorda quante persone presero per buona la notizia data da un giornale nel novembre del 2016 in base alla quale la Calabria era stata eletta miglior regione del mondo ? Be se qualcuno, fosse pure per un istante, abbia abboccato…statene alla larga.