Noi credenti della Comunità che è in Corigliano Rossano, come tanti, assistiamo e partecipiamo a questa orribile guerra tra Russia e Ucraina, la quale, nonostante qualche tentativo fiducioso non dà segno di una possibile tregua.

E’ una guerra che si estende sempre più con un coinvolgimento di nazioni, che diventano belligeranti, inviando armi alla resistenza : non si combatte direttamente ,ma si contribuisce purtroppo alla carneficina di tata povera gente.

C’è da chiedersi! Ma coloro che si scannano, in ossequio alla triade satanica del Dio-Patria-Famiglia possono ancora professarsi cristiani? Come si può assistere , anche attraverso i media, alla pretesa di farsi ritualmente benedire il proprio esercito, auspicando vittoria grazie al “Dio degli eserciti”, che si presume schierato dalla propria parte?

Noi credenti cattolici, che facciamo riferimento al Catechismo della Chiesa , consideriamo la possibilità della difesa armata, solo quando vi è oppressione, per cui giustifichiamo l’invio di armamenti per la difesa della promozione e liberazione umana, ma come battezzati però siamo inviati solo ad essere “Costruttori di Pace”.

E’ doveroso cercare sempre strade diplomatiche per difendersi dall’invasore, ma per noi il comandamento dell’amore esclude la violenza anche contro chi ci fa del male, perché il ” non uccidere ” o “il porgere l’altra guancia” non è un optional, ma un imperativo morale.

Siamo seguaci di un Gesù ,che al momento del suo arresto, non volle nessuna difesa e intimò ai suoi discepoli di non usare la spada, perché solo con la non violenza si interrompe la violenza.

In una Chiesa Sinodale . . . in cammino, il credente , oggi, vive la sua fede nel dilemma di essere fedele al ” Vangelo e Basta”, seguendo l’insegnamento non violento del Cristo, o , ispirandosi al Catechismo, può continuare a partecipare ad una guerra “ritenuta giusta “, collaborando così a seminare distruzione e morte?

In questo dilemma lancinante si avverte la solitudine del credente. Il Dio di Gesù non ci soccorre, ma Lui continua ad inviarci ad essere sempre e solo uomini, responsabili costruttori, con Lui e come Lui, della civiltà dell’amore.

Corigliano Rossano 15.,05.2022. ( Franco Palmisano)

Articoli correlati