Nemmeno a cercarle con il lanternino! A meno che non si voglia considerare buona notizia l’extracomunitario che consegna ai carabinieri il portafoglio rinvenuto o il boy scout che aiuta la vecchietta ad attraversare la strada, c’è poco da essere ottimista.
Giorno dopo giorno il livello delle cattive notizie sale, e sale così tanto dall’esserne sommersi; in questo orrido pozzo di nefandezze si può attingere copiosamente. Per esempio, tra i tanti tossici doni, che la guerra ci propone, c’è quello delle calorie. Le esportazioni agricole dall’Ucraina ne fornivano a sufficienza per tenere in vita 400 milioni di persone nel mondo, dall’Africa all’Asia passando per il Medio Oriente. Oggi, con il blocco dei porti, la via del grano è interrotta. Non è che prima si banchettava. Le persone sul baratro della fame erano quasi raddoppiate negli ultimi 5 anni (da 108 a 193 milioni) per una catena di fattori pre-bellici: la pandemia, i costi dell’energia, i disastri legati al cambiamento climatico. Quest’anno, la previsione è di raccolti ridotti un po’ dappertutto: negli Usa, in Europa (per la poca pioggia), in India (secondo produttore mondiale di grano dopo la Russia) . Con la guerra in Europa e il blocco del Mar Nero ci sono 47 milioni di persone in più a rischio di acuta insicurezza alimentare, con uno squilibrio che colpisce, tanto per cambiare, maggiormente i poveri. E allora non rimane che buttarsi su grilli, larve e locuste.
Nei menu delle mense delle scuole primarie del Regno Unito,sembra ci sia un progetto in fase di studio che prevede per i bambini dai 5 agli 11 anni il consumo di insetti come grilli, cavallette, bachi da seta, locuste e vermi della farina. Impareranno così i benefici nutrizionali e ambientali Un chilo di grilli, infatti, ha bisogno di 15 mila litri di acqua in meno rispetto a ogni chilo di carne prodotta e il loro allevamento genera 100 volte meno gas a effetto serra, dando seguito così a ciò che auspica da anni l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), che spinge verso il consumo di insetti anche in Occidente, forte del fatto che nel mondo facciano già parte della dieta di oltre 2 miliardi di persone.
La ricerca mira a studiare gli atteggiamenti dei bambini nei confronti delle questioni ambientali e come tali cambiamenti influiscano sul cibo che mangiano. Per fare ciò un team di accademici dell’Università di Cardiff e dell’Uwe di Bristol sta studiando dei menu a base di insetti per quattro scuole elementari. Ai giovanissimi studenti verrà offerto un prodotto chiamato VeXo, una combinazione di insetti e proteine vegetali.
Un progetto che ci offre uno sguardo sul paniere del futuro, Ci sono circa 2.000 specie di insetti commestibili in tutto il mondo.
Questi insetti possono offrire un’alternativa sostenibile alle proteine tradizionali presenti nella carne e nella soia. Ciò potrebbe contribuire a ridurre i 64 milioni di tonnellate di anidride carbonica emesse ogni anno dalla produzione e dal consumo di prodotti a base di carne.
E fin qui se ci riferiamo alla Cina o all’Olanda , nulla di strano.
In queste nazioni mangiare insetti è considerato normale. In Cina i millepiedi croccanti, arrostiti al forno e poi affumicati, sono un popolare snack. Stessa sorte per la hormiga culona colombiana, formica così chiamata a causa del suo addome prominente. Fritta o tostata è considerata una vera delizia.
Ma in Europa? Nei menu di chef in Gran Bretagna, Olanda o Belgio compaiono già piatti a base di formiche, cavallette, scorpioni e altre pietanze del genere, buone per la salute – dicono gli esperti – perché ricche di proteine e prive di grassi.
E noi, siamo pronti ? In Italia, nel giro di qualche anno, troveremo gli insetti serviti nei ristoranti sotto casa? Non secondo un recente studio di Coldiretti/Ixe che ha evidenziato come il 54% degli italiani li consideri troppo distanti dalla nostra cultura gastronomica. Alla base di tutto, secondo numerosi studi sociologici, c’è il senso del disgusto, che però potrebbe essere contrastato con una corretta informazione e promozione del prodotto in sé.
Infatti, se fino a qualche anno fa l’uso a fini alimentari degli insetti era vietato, l’Unione europea, dopo la valutazione dell’Autorità per la sicurezza alimentare, ha dato il semaforo verde alla vendita di tre insetti per l’alimentazione umana: la locusta migratoria, la tarma della farina e il grillo domestico, che possono essere consumati interi congelati o essiccati, oppure macinati e uniti ad altri ingredienti per realizzare, ad esempio, prodotti da forno. O, ancora, utilizzati come mangimi per animali d’allevamento. Una scelta, questa di Bruxelles orientata a promuovere in Europa «il passaggio a un’alimentazione più sostenibile» secondo quanto previsto dal Piano d’azione Ue 2020-2030. Buono appetito !
A. L.