La Chiesa Universale, ogni anno, richiama l’attenzione dei credenti sulla sua Missione e celebra la Giornata Missionaria Mondiale. La nostra Comunità cristiana, che è in Corigliano Rossano, in comunione con la Chiesa Universale, si appresta a celebrare tale giornata il 23 ottobre.
Quest’anno, su indicazione di Papa Francesco, si prende a riflessione l’invito di Gesù Risorto ai suoi :” Sarete miei testimoni . . . fino ai confini della terra ( At.1,8)”.
Ancora oggi, purtroppo e spesso, ci viene trasmessa la Parola di Dio, fattasi Tempo e Storia, come un contenitore di comandamenti e dogmi, e gli stessi Sacramenti svaniscono nel formalismo e noi credenti non facciamo, con essi, l’esperienza che siamo immersi (battezzati) e inviati in un mondo vivificante e dinamico in cui si riceve vita per trasmettere vita, lungo i marciapiedi del mondo.
Noi cristiani veniamo invitati in tale Giornata solo alla raccolta di offerte, secondo usi e costumi, per le Opere Missionarie oppure veniamo convocati all’ invocazione orante, con mani giunte e alzate ( vieni ! vieni!), dello Spirito del Dio dei Viventi pregandolo di venire in soccorso per superare i contingenti problemi dell’umanità, come se tutto dipendesse da Lui e non anche dalla Fede operosa di noi tutti credenti che, come Cristo e da Cristo, veniamo inviati a essere testimoni della Civiltà dell’amore nel nostro quotidiano e non a essere semplicemente e apaticamente ” costruttori del nulla ( Mt.7,23)”.
Noi siamo ” costruttori del nulla”, e non testimoni, quando come cristiani , pretendiamo solo di annunciare nel Nome del Signore, presumendo di saper confutare ideologie, operando anche miracoli.
No! Dio ci riconosce come cristiani testimoni solo quando assomigliamo a Lui nell’amore ( Lc.6,35-36).
L’unico distintivo dunque del credente testimone è l’amore che ,come il Dio di Gesù , sceglie liberamente di essere un ” servitore ” dell’altro per la promozione e la liberazione umana.( Mt.20,28 e Mc.10,45).
Il Testimone credente, in missione, vive la sua vita nella costruzione del Regno di Dio, non accumulando ma condividendo, non salendo politicamente più in alto per meglio comandare e sfruttare gli altri ma scendendo per mettersi al servizio degli ultimi, che sono continuamente accanto a noi e costruire, per loro, un mondo migliore.
Corigliano Rossano 28.09.2022.( Franco Palmisano ).