A quasi tre anni dall’avvento di una pandemia che ha sconvolto la vita di chiunque sul pianeta e che ha segnato un punto epocale nella storia di questo secolo, possiamo forse dire di essere vicini alla normalità. O quantomeno di aver superato il peggio e che, effettivamente, questo è il primo anno che ognuno di noi può affermare di aver affrontato un po’ più a cuor leggero dei precedenti, senza pressanti restrizioni e clausure prolungate.
Non tutto ciò che è arrivato con la pandemia è stato però spazzato via, da piccole abitudini e cautele che ormai si sono integrate nelle nostre giornate a passioni scoperte per caso, forse solo per assenza di altri spunti, che si sono però rivelate più interessanti del previsto e che continuano a essere fonte di interesse.
Secondo lo studio redatto da IDEA (Italian Interactive Digital Entertainment Association) fanno parte di questa categoria gli esports, saliti alla ribalta proprio nel periodo del lockdown più intenso, quando le manifestazioni sportive erano vietate e la principale fonte di intrattenimento risiedeva nelle risorse web e digitali.
I 475.000 appassionati che seguono gli sport virtuale con cadenza giornaliera sono la dimostrazione che i numeri raggiunti nel picco pandemico non sono affatto calati, come ci si sarebbe potuti aspettare al ritorno alla normalità. Ma il numero di fan è molto più ampio, se si estende l’interesse su base settimanale: coloro che seguono eventi esports più volte a settimana nella nostra penisola sono ben 1.620.000.
Un altro fattore che ha sicuramente determinato il successo di questo genere di intrattenimento è la disponibilità degli eventi. Il palinsesto degli esports ha tutt’altro ritmo rispetto agli sport “in carne e ossa”, rendendo quindi possibile ad ogni appassionato seguire in qualsiasi istante uno degli eventi preferiti, anche attraverso piattaforme di gioco come Librabet, che vanta una nutrita e ben strutturata sezione dedicata agli sport virtuali.
È inoltre emerso il valore aggiunto che gli esports conferiscono agli appassionati: un modello differente, che passa per un senso di aggregazione e appartenenza a una community, promosso da un’inclusività introvabile in altre forme di intrattenimento. Una passione che ha peraltro dimostrato di avere anche risvolti positivi, come la propensione allo sviluppo di soft skills come il lavoro di squadra e il problem solving.
Un fascino a cui il nostro territorio non è rimasto indifferente, come testimoniano le diverse squadre locali, fra cui spicca il Reghium eSports, un’associazione sportiva nata nel 2016 per promuovere la propria squadra virtuale, partecipante a diversi campionati in più discipline, che ha visto il boom proprio nel 2021 con il rebranding e l’arrivo di importanti collaborazioni con marchi di fama mondiale.