E poi se la prendono con gli imbrattatori di tele. Oddio , non è che i suddetti attivisti siano delle mammole, ma qualche buon motivo possono anche averlo.
I loro gesti eclatanti , zuppa di pomodori sui Girasoli di Van Gogh, purè sui Covoni di Monet, torta di panna sulla Gioconda ecc., esprimono disperazione, una sorte di disobbedienza civile, ma sanno anche che i quadri sono protetti da vetro e che si potranno ripulire.
Lottano contro i carburanti fossili e per il clima. Sembrano, comunque, attivisti ben formati, che utilizzano le leggi senza alcuna violenza, ricordano in questo , Greenpeace. Del resto non c’è niente di nuovo sotto il sole se più di un secolo fa il movimento delle suffragette, con grande coraggio, innescò cambiamenti epocali, ed anche se la maggioranza dell’opinione pubblica sembra disapprovare, come dar torto a questi nostri figli?
Basta leggere quali sono i Paesi assenti alla ventisettesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Sharm el-Sheikh in Egitto prevista dal 6 al 18 novembre 2022 ! La COP27 mostra già crepe profonde destinate a sortire l’ennesimo chiacchiericcio e fallimento.
Infatti risultano assenti, oltre a quel sant’uomo di Putin, la Cina e l’India, due delle nazioni che producono più CO2 al mondo (la sola Cina è responsabile del 33% delle emissioni globali). Proprio l’assenza di questi Paesi non fa ben sperare nella ricerca di un accordo efficace.
Tanti i temi al centro dell’agenda a partire dal finanziamento dei danni, già causati dai cambiamenti, ai Paesi più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico. Questa situazione di “Loss and Damage” (perdita e danni, termine utilizzato per indicare come gli effetti del cambiamento climatico stiano già cambiando profondamente intere società), consente agli Stati meno sviluppati del mondo di chiedere ai Paesi più ricchi di non venir meno agli accordi di Parigi nel 2015. Secondo l’Accordo sul clima le Nazioni più sviluppate dovrebbero coprire le perdite e i danni del riscaldamento globale. Altro tema centrale sarà quello di realizzare misure per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, una misura che si discute da tempo e che sembra sempre più difficile centrare.
Intanto, in concomitanza con l’avvio della Cop27, le Nazioni Unite hanno pubblicato il rapporto «Stato del clima globale nel 2022» in cui emerge come gli ultimi otto anni siano stati i più caldi tra quelli registrati fino ad ora. Un aumento delle temperature dovuto alla crescita delle concentrazioni dei principali gas serra nell’atmosfera che hanno raggiunto livelli record nel 2021 e continuano a salire. Il caldo fa sciogliere le calotte polari e i ghiacciai provocando l’innalzamento del livello dei mari, desertificazioni ed eventi metereologici estremi. Basti pensare che la temperatura media nel 2022 è di circa 1,15 gradi sopra i livelli preindustriali (ovvero la temperatura media del periodo 1850-1900) e, ogni anno dal 2016 in avanti, è stato uno dei più caldi mai registrati.