E anche questa è fatta. A prescindere da casi estremi, di “condominio” si può morire.

Forse il pericolo di lasciarci la pelle è inferiore a quello infettivo di un virus o a quello del cambiamento climatico ( i tempi dilatati non consentono di averne una percezione realmente drammatica ), ma è fuor di dubbio che le riunioni condominiali ,oggi ,sono una resa dei conti, un armageddon in miniatura, un’occasione per manifestare il disagio di una coabitazione con persone che non abbiamo scelto e che, magari, detestiamo.
Tra il serio e il faceto agli amici consiglio, prima di acquistare o prendere in affitto un appartamento condominiale, più che i metri quadri , gli affacci, tabelle millesimali , ascensori e cani che abbaiano, di informarsi, dettagliatamente, quale fauna pseudo umana lo frequenta e dopo…molto dopo.. decidere.
In casi estremi, anche se l’appartamento lo svendono…desistere. Meglio rinunciare che precipitare in una bolgia infernale.
La strage a Fidene, alla periferia di Roma, che è costata la vita a quattro donne e gravi ferite ad altre persone, è frutto certo di uno svalvolato, di rancore accumulato verso tutti e tutto, di ottusa violenza, ignoranza e bestiale istinto di sopraffazione……ma queste motivazioni non bastano a spiegare l’homo lupus. Dietro il periodico rendiconto tra condòmini, c’è spesso la sensazione del possibile accendersi di un campo di battaglia che deflagra come una caldaia .
Questi periodici appuntamenti facilitano le contrapposizioni, i faccia a faccia , rende le invidie e i dissapori continui e diretti.
Nel condominio si misurano i centimetri di davanzale, i decibel di trambusto infantile (ammesso e non concesso che ci siano bimbi…cosa sempre più rara ) , canne fumarie, caldaie, scarichi ecc.,e non è difficile ne troppo lontano dalla realtà il materializzarsi della terrificante riunione di condominio presieduta da Fantozzi .
Sotto l’intento satirico, siamo di fronte a un momento di verità. A una resa dei conti implacabile tra esseri umani, la cui convivenza è definita da un regolamento. Gli inquilini se le danno di santa ragione distruggendo il salotto di casa del ragionier Ugo, salvo poi congedarsi con i soliti rituali di ipocrita affabilità che le esigenze di facciata impongono anche a chi si odia di cuore.
Conosciamo l’invidia per chi pensiamo abbia più di noi senza meritarlo, la frustrazione di dover subire i suoi malumori, le sue angherie, come pure i suoi piaceri e le sue fortune.
E mentre nelle villette ci si ammazza in famiglia, nel condominio questo scambio di amorosi sensi avviene tra famiglie.
Che l’homo sapiens sia la specie più pericolosa del creato..è un fatto assodato.
Il condominio lo rende maggiormente tribale, costringendolo sotto una tenda allargata insieme a un numero vario di consimili che detesta cordialmente.
Ogni condominio ha poi il suo maniaco del silenzio, uno che vive solo, di fianco a una famiglia con tre figli e infila sotto la porta un biglietto con su scritto: «Siete pregati di usare meno lo sciacquone, disturba la mia quiete. Forse che io disturbo la vostra?». Che lui sia uno e loro cinque non lo concerne.
Il bistrattato amministratore, figura mitologica, metà uomo e metà regolamento, è ormai un essere non senziente, non reagisce più. C’è sempre un amministratore, che per qualcuno è un alleato in giochi di piccolo potere, per altri la testa di ponte di un complotto mirato a speculare, depauperare, svilire la nostra proprietà
Neppure quando la diatriba concerne citofono e cancello automatico, il primo non necessario in quanto un campanello è più che sufficiente alla bisogna, il secondo può anche essere spinto a mano e pazienza se a volte ci si bagna, cosa vuoi che siano quattro gocce, o ci si sloga un polso… fatto sta che un’assemblea condominiale non è una condizione..naturale…   La gestione del condominio esprime poi una gerarchia di figure simboliche che spesso contribuiscono a destabilizzare ulteriormente la nostra sopportazione civica. L’avvocato che minaccia citazioni, quello che non paga le quote e infine quello che alle riunioni litiga sempre con tutti perché la sua convinzione è avere tutti contro.
Quando in questo crudele micro-cosmo qualcuno va alla riunione di condominio portandosi in tasca una pistola, significa semplicemente che una persona , notoriamente “ disturbata”, non diventa un agnellino solo perché fa parte di diritto dell’Assemblea.
In verità dovremmo vivere a distanza di sicurezza, altro ché villette a schiera e rapporti di buon vicinato.
Buone feste e auguri di Pace…specie ai còndomini.