Mettere a confronto i due sistemi scolastici vuol dire far giocare il Real Madrid contro il Roccacannuccia. Quello finlandese è tra i migliori se non il migliore del mondo, quello italiano…be chiediamolo ai nostri figli, chi più di loro può saperlo.

Cambiare non città ma addirittura Nazione perché delusi dalla scuola è davvero sintomatico per come siamo messi.
Dunque, una famiglia finlandese di quattro figli di 15, 14, 6 e 3 anni lo scorso agosto decide di trasferirsi in Sicilia e di iscrivere i figli a scuola e, dopo appena due mesi di vita sicula e di lezioni in classe, a ottobre decidono di andare via preferendo la Spagna.
Specie la madre non vuole che i suoi figli studino nella nostra scuola, Pare che nella scuola frequentata dal figlio piccolo di 6 anni urlano e picchiano sul tavolo; il quattordicenne afferma di conoscere l’inglese meglio dell’insegnante .
La giornata scolastica trascorre sulla stessa sedia dalla mattina fino a quando non si ritorna a casa. Non esistono pause dov’è permesso muoversi Questi sarebbero i fattori principali :aria fresca e pause!
Sui social in molti hanno evidenziato che se la famiglia si fosse trasferita in Lombardia, avrebbe trovato una scuola diversa.
Ora , è pur vero che la Finlandia ha una popolazione uguale a quella del Lazio, si nutrono di carne di renna essiccata, fanno l’aperitivo con il latte di alce a -30 sotto zero , si ammucchiano dentro saune cabinate ,nudi con orrendi babbi natale, sviluppano statisticamente una formidabile attitudine al suicidio giovanile ecc. , ma non hanno tutti i torti.
 In Finlandia, gli studenti hanno una pausa di 15 minuti tra una lezione e l’altra, e lasciano l’aula per giocare insieme nel giardino/patio. I bambini, tenuti d’occhio da uno o due insegnanti , si muovono, giocano, urlano e corrono liberamente all’aperto per liberarsi delle energie in eccesso e prendere aria fresca, così da ottenere migliori risultati a scuola. Come farebbero altrimenti a concentrarsi? Quali bambini sono in grado di star seduti sulla stessa sedia tutto il giorno, senza muoversi o prendere aria fresca,? Le pause all’aperto sono un must!
Cercare poi di costringerli a imparare cose diverse troppo presto può essere fatale. Il cervello dev’essere sufficientemente sviluppato prima di iniziare l’insegnamento. Negli asili finlandesi i bambini escono fuori ogni mattina tra le 9 e le 11, possono giocare liberamente (hanno macchinine, oggetti per arrampicarsi, scatole con la sabbia dove giocare, tutti i tipi di giocattoli simili a quelli che si trovano qui nei parchi).
Il sistema scolastico finlandese è costituito da una scuola unica di base obbligatoria che comincia a 7 anni e finisce a 16. Poco meno della scuola obbligatoria italiana, ma nel sistema finlandese non ci sono interruzioni da scuola primaria a secondaria, né esami di passaggio; il nucleo di base è molto omogeneo e lo studente viene seguito in tutto il percorso da docenti curricolari e docenti di sostegno che lo aiutano ad affrontare le carenze. La scuola è gratuita (compresi i libri), non ci sono test né valutazioni, le classi non sono costituite per livelli di capacità e alla fine del ciclo il divario tra studenti forti e deboli è ridotto al minimo.
Paragonare un sistema scolastico di un paese di 5 milioni di abitanti a quello di un paese con 60 milioni di abitanti di cui molti immigrati con culture e retro-culture diverse non è facile. L’Italia è senza dubbio un paese più complesso e anche il sistema scolastico si trova ad affrontare problematiche diverse che in Finlandia neanche immaginano.
Il docente finlandese gode il riconoscimento sociale, è stimato perché è considerato un professionista. Ha uno status sociale importante e non vive la frustrazione del suo collega italiano. Anche se non ha uno stipendio molto alto, svolge il suo lavoro con molto scrupolo. Ha una formazione molto dura, soltanto i laureati col massimo dei voti possono accedere alla professione. Chi insegna alla scuola di base insegna anche all’università
E qui dovrebbe iniziare il solito rosario delle storture, dei fallimenti e della distruzione della scuola italiana ferma in sostanza alla riforma Gentile del 1923
Le riforme scolastiche che si sono succedute negli ultimi anni hanno messo in evidenza quanto lavoro c’era da fare per cambiare la scuola ma ancor più ha evidenziato il bisogno che la scuola aveva di riforme strutturali e ammodernamenti radicali per avvicinarla ai modelli europei.
Gli insegnanti “all’antica” ,cioe’ preparati,sognano solo la pensione per fuggire da una situazione che ritengono catastrofica. I genitori usciti da questa squola con la “q”…….che contributo possono dare? E chi denuncia questo stato di cose e’ reazionario, fuori dal tempo e passibile di censura, e poi dicono che con la cultura non si mangia.

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