L’Umanità, da sempre, si pone il problema della Sofferenza umana e gli stessi uomini poi non potendo trovare la risposta nell’ esistenziale la cercano nella Religione , per cui ,si legge nella Bibbia ,che Dio, “castiga” nei figli le colpe dei padri fino alla terza e alla quarta generazione ( Dt.5,9 e Num.14,18 e Es.20,5).
Questa dottrina del Dio castigatore, nella nostra vita cristiana, ci viene inculcata fin da piccoli , quando ci vien da subito insegnato l’atto di Dolore per il perdono dei peccati e all’inizio poi di ogni celebrazione liturgica, noi cristiani tutti , ragazzi, giovani, adulti, anziani, uomini e donne ( fratelli e sorelle ) siamo accomunati proprio da una “grandissima colpa”. Quale?
La Chiesa Sinodale. . . in cammino sta ritornando alla Lettura dei Vangeli, da cui emerge chiaramente che il Dio di Gesù, secondo gli Evangelisti, è un Dio di Amore, un Padre, (Genitore) , che non ama gli uomini per i loro meriti ma per i loro bisogni ( Lc.18,9-14) e che non castiga i cattivi ma è benevolo verso gli ingrati e i malvagi ( Lc.6,35).
Gesù non chiede agli infermi di accettare le loro malattie o di offrirle a Dio Padre in espiazione dei peccati dell’umanità e non dà spiegazioni sul perché o sul percome, ma semplicemente guarisce. e là dove c’è morte Lui comunica vita, dove c’è debolezza trasmette forza, dove c’è disperazione infonde coraggio .
Gesù invia noi, suoi seguaci, ad essere, per le vie dei nostri quartieri, i beati operatori di ” conversione alla civiltà dell’amore”, guarendo gli infermi ( cfr.Lc.9,1-2), in collaborazione sempre con gli scienziati perché ” Chi non è contro di noi è per noi ( Mc. 9,40 e Lc.9,50)”.
Gesù, il Dio fatto Uomo, nel Tempo e nella Storia, rivela e annuncia che la Creazione non è terminata ( Gv. 5,17 ) per cui dice apertamente: ” In verità, vi dico : Chi crede in me, anch’egli farà le opere che IO faccio e ne farà di più grandi, perché IO vado al Padre (Gv.14,12)”.
Il Creato dunque è in sofferente evoluzione e, con i doni esistenziali della nascita e della morte, va verso la perfezione, ma c’è bisogno dell’attiva collaborazione di tutti gli uomini per realizzare il progetto salvifico di Dio sull’umanità, fino a quando “Egli sarà il Dio con loro, il loro Dio e asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate ( Ap.21,3-4)”.
Corigliano Rossano , 10.02 .2023 ( Franco Palmisano ).