Nessun merito. Solo una botta di…fortuna. Se io sono di qua e loro son di là è solo un caso nella roulette della vita.
Sono africani, pakistani , afghani, siriani…iraniani. Sono giovani, vecchi, bambini, migranti economici, profughi, di guerra ,gente brutta e bella, buoni e cattivi, delinquenti e terroristi, sfruttati da scafisti senza scrupoli . ma pur sempre persone, esseri umani.
Con i risparmi messi insieme dopo anni di lavoro e sacrifici, per le traversate pagano persino 8.000 euro .. Continuiamo ad assistere ad esodi biblici, epocali, eppure previsti. Cambiamenti climatici, regimi dittatoriali, estrema povertà spingono verso approdi di salvezza.
Ad ogni tragedia va in onda il teatrino delle responsabilità e dell’indignazione e delle polemiche strumentali.
Muoiono a centinaia sommersi dal mare , un cimitero liquido, banchetto prelibato per pesci, mentre l’Europa guarda e blatera impegnandosi in altre immersioni : quelle delle chiacchiere, dello scarica barile, dell’impotenza e insipienza politica.
Non facciamoli partire, arrestiamo gli scafisti, puniamo le ONG che speculano, effettuiamo il blocco navale, liturgia laica ed ipocrita…mentre Loro continuano a bere acqua salata.
Sulla spiaggia di Cutro arriva un parroco per la benedizione delle salme, «Siamo di fronte a una scena apocalittica. Ho visto tirare fuori dalle onde un ragazzino completamente nudo, e in quell’immagine ho visto la carne di Cristo».
Non siamo in grado di arginare né tantomeno gestire l’accoglienza e l’inclusione.
Gli atti eroici dei nostri soccorritori vengono vanificati e quando poi i reietti del mondo, miracolosamente riescono a mettere piede nelle nostre seducenti metropoli, li abbandoniamo come cani randagi.
Per secoli li abbiamo depredati dalle risorse umane a quelle naturali. dopo aver tracciato confini arbitrari e sbrigativi . Il nostro benessere è frutto di questa spoliazione.
Massimo Ranieri
Lettera di là dal mare
La notte non finisce mai
L’America… lontana
Di là dal mare.
Dove piove fortuna, dov’è libertà
E l’acqua è più pura di un canto.
Ed è silenzio tra due sponde
La terra un sogno altrove.
Ma in un punto del viaggio la pioggia cadrà
Su ogni paura ed oltraggio.
Amore vedi così buio è
Questo mare
Troppo grande per
Non tremare.
E poi si sta
Col fiato a metà
E tutti tacciono e tanti pregano
Se il Signore vorrà…
E il passo perde il tempo
E niente sembra vero
Mai nessun temporale lavare potrà
Le nostre ferite dal sale
Amore vedi così buio è
Questo mare
Troppo grande per
Non tremare
Quasi giorno ormai
Poi il tempo si ferma
Qualcuno grida terra, terra, terra!
Amore vedi così buio è
Questo mare
È ferita che non scompare.
Dove va
Il tempo chissà
E gli occhi tacciono
Ma a notte sognano
Il motore che va.