Molto scalpore c’è stata nell’opinione pubblica in Corigliano Rossano circa una triste vicenda in cui una pseudo guardia giurata ha sparato, nella notte del 13 maggio verso le ore 3 del mattino, contro un inerme cittadino, reo solo aver preso le difese di un noto giovane presbitero, nei pressi di un locale di Movida!
La notizia si è rapidamente diffusa con tanti “se ” e tanti “ma”, perché noi tutti conosciamo il presbitero. tutti conosciamo la guardia giurata e molti conoscono anche il signore ferito da ben 5 colpi di pistola e tanti di noi ne sono meravigliati e si chiedono se si sia trattato di un vero e proprio nostrano regolamento di conti.
Tuttavia ogni cristiano del marciapiede , non sempre schierato a difendere la casta clericale, lecitamente si chiede “cosa ci facesse un presbitero in un locale alle tre di notte” e un comune cittadino si chiede pure” come mai una guardia giurata , vada in giro con pistola carica, e, non essendo in servizio, quindi in quel momento non pubblico ufficiale”?
Sono ” se e ma” che resteranno senza una risposta, ma che lasciano la comunità attonita e perplessa, perché noi tutti, purtroppo siamo ancora legati alla concezione del presbitero come uomo del sacro, che ha il momento specifico solo nel Culto e non nell’Annunzio della Parola, che va sempre annunciata e” testimoniata non solo dai pulpiti ma anche sui social, in qualsiasi ambiente e in qualsiasi ora del giorno”.
In una ” Chiesa Sinodale in uscita” dunque, di cui tanto si parla, la struttura sacrale non può più essere una struttura di segregazione dell’umano e in un ” Cammino che si fa camminando” lo Spirito Santo, anche oggi, non fa mancare alla sua Chiesa credenti, laici o presbiteri, che sanno dedicarsi con metodi nuovi al servizio del Vangelo, sempre lieti seguaci di quel Gesù , che sul Monte ha proclamato: ” Beati i perseguitati. . . perché di questi è il Regno dei Cieli”, cioè Dio si prende cura di loro.
Corigliano Rossano,16.05.2023. ( Franco Palmisano)