Da insegnante ho sempre avuto un “debole” per i problemi legati al cambiamento climatico. Era il 2006 quando compresi subito che il film-documentario An Inconvenient Truth- Una scomoda verità -era una “bomba”.

Premio Oscar 2007 come miglior documentario, attraverso una presentazione diffusa in tutto il mondo da Al Gore, iniziava una formidabile campagna di sensibilizzazione sul riscaldamento .globale.
In esso venivano discusse le implicazioni politiche ed economiche della catastrofe, e le probabili conseguenze del riscaldamento del pianeta .
Ripeto, era il 2006 ma sono almeno 50 anni che gli scienziati di tutto il mondo lanciano allarmi.
Benchè non ancora in italiano (infatti era sottotitolato), non esitai a farlo vedere ai “ miei” ragazzi di scuola media, per anni, accompagnato da discussioni e approfondimenti, fin quando pubblicazioni e film in streaming sul global warming non invasero l’immaginario aumentando a dismisura .
Le periodiche riunioni con i cosiddetti grandi della Terra , a cominciare dal Protocollo di kioto per continuare, nel 2015, con l’Accordo di Parigi, a poco o nulla approdarono se non promesse, chiacchiere e ricatti che continuano, inevitabilmente, a proiettarci verso la definitiva catastrofe. La politica continua a reagire in modo incredibilmente tiepido agli allarmi che scienziati e cittadini lanciano . E mentre a livello locale alcune citta più sensibili stanno mettendo in atto misure di gestione del rischio, a livello nazionale il piano di adattamento ai cambiamenti climatici stilato nel 2017 giace più o meno inattuato.
Il climate change è un moltiplicatore. Negli ultimi 150 anni, con l’utilizzo sconsiderato di petrolio, gas e carbone, abbiamo aumentato i gas serra nell’aria. Un Pianeta mediamente più caldo non significa solo aumento delle temperature, ma anche effetti a catena sul clima, le correnti atmosferiche, gli ecosistemi. Il cambiamento climatico intensifica, accelera, rende più frequenti gli eventi meteo estremi.
Non abbiamo mai avuto così tanti eventi estremi come negli ultimi anni. Negli ultimi 30 anni +83% di eventi estremi rispetto al 1960-1990. Siccità e forti piogge sono facce della stessa medaglia.
Di fronte a disastri di questa portata, migliaia di sfollati in Emilia-Romagna e nelle Marche, morti, danni economici frane, allagamenti, dobbiamo essere in grado di unire ogni aspetto della questione.
Cura del territorio e dei corsi d’acqua, prevenzione, sistemi di allerta, gestione del verde e della rinaturalizzazione del territorio (e dire che i fondi del PNRR contro il dissesto idrogeologico ci sono ma non vengono utilizzati ).
Per anni ,come detto, gli scienziati ci hanno messo in guardia dall’apocalisse climatica. Ora è qui ed è anche colpa nostra. Il clima è cambiato, già oggi, per questa generazione, oltre ogni nostra aspettativa. .
Viviamo in un Paese fragile dal punto di vista idrogeologico. Ce lo ricordiamo solo in giorni come questo, anche se ce lo ripetiamo da anni. Un territorio reso sempre più fragile per colpa dell’incuria e dello scarso rispetto per gli equilibri della natura. Abbiamo costruito ovunque, consumiamo suolo naturale a velocità mai viste: 2 metri quadri al secondo.
Dobbiamo aprire gli occhi. Mitigare le cause, ma rapidamente e adattarci a un Paese e un mondo meno ospitale.
Si torna allora a parlare di “tropicalizzazione dell’Italia”: di «niente sarà come prima» e di realtà che supera ogni previsione.
La “tropicalizzazione” si spiega con l’aumento medio delle temperature dell’area mediterranea,
penisola iberica, Francia meridionale, Italia, Grecia ,il bacino del Mediterraneo, purtroppo,si trovano nel cosiddetto hotspot climatico .
. Gli hotspot climatici sono aree del pianeta che subiscono un aumento delle temperature più rapido rispetto alla media globale, con conseguente impatto sui sistemi naturali e umani. L’innalzamento delle temperature in questi hotspot non ha una causa univoca, e può essere determinato da una combinazione di fattori climatici, geografici e umani.
La temperatura media del Mediterraneo è salita quasi del doppio rispetto la media globale. Con temperature più alte e periodi siccitosi più prolungati, l’acqua evapora più velocemente e si sfoga con maggiore intensità causando piogge che scaricano in poche ore quanto di solito distribuito in interi mesi.
Tutto inizia da Al Gore. Quanti allora colsero l’Apocalisse non è dato sapere …ma spero che i miei numerosi alunni, oggi professionisti, ne abbiano fatto buon uso perché adesso sono loro a dover salvare questa nostra splendida penisola dai danni che la “mia” generazione le ha inferto.