L’Italia, a volte giova ricordarlo, è una terra d’eccellenza in tanti settori, anche in quello culturale e dall’età classica, fino ai primi movimenti artistici del 900, l’Italia fu, indiscutibilmente, non solo la Patria dell’arte, ma anche del suo insegnamento.
Nel nostro Paese, hanno avuto i natali Dante, Foscolo e D’Annunzio nella letteratura, Vivaldi e Paganini nella musica, giusto per fare qualche nome a caso.
Dove si trova, allo stato attuale, tutta questa bellezza? Stiamo perpetrando un gigantesco e costante suicidio culturale e non ce ne rendiamo nemmeno conto.
Inoltre, come se non bastasse, arrivano dei veri e propri scivoloni da parte di personalità che pur sarebbero intellettuali di primo livello. Ecco, dunque, che al Salone del Libro di Torino, secondo festival europeo di diffusione e promozione del mistificato oggetto denso di scritte parole – il libro -, arriva la seguente dichiarazione di Susana Tamaro, che si riporta fedelmente per esteso: «È difficile portare i ragazzi alla lettura, anche perché ci sono testi davvero difficili e anche brutti. Basta con Verga. Si potrebbe sostituire con “Và dove di porta il cuore”».
Già si potrebbe evidenziare la presente caduta di stile: perché le autocitazioni quasi mai conferiscono lustro a chi le esplicita; ma, entrando nel merito, non si può glissare sulla questione di merito concernente il padre del Verismo.
Diciamola per intero: l’autore verista è sì ostico e localizzato geograficamente nella sua descrizione delle miserie umane, ma rappresenta, comunque, uno dei classici della cultura della nostra italica penisola e di una istituzione scolastica che abituava gli studenti a sforzarsi per ragionare e costruire un adeguato bagaglio culturale.
Ci spaventa un po’, lo ammettiamo, questo tentativo esplicito di sostituire Mastro Don Gesualdo con una opera che definire leggera sarebbe un eufemismo.
Lo riconosco, alcuni sono ancora ancorati alla bellezza di un sogno: riconoscere il valore della cultura classica.
Questo medesimo motivo ha spinto il nostro più importante rappresentante nel territorio, il senatore Ernesto Rapani, ad organizzare un evento di grade respiro culturale: la visione del docufilm. “MIRABILE VISIONE INFERNO”, del regista Matteo Gagliardi, avvenuto nelle sale del cinema “San Marco” di Corigliano-Rossano, A.U. di Rossano, lunedì 14 maggio u.s.
In quella occasione, è stato riscontrato con soddisfazione il grande afflusso di pubblico, ad iniziare dal mattino, quando le due sale della struttura sono state letteralmente gremite dai ragazzi delle scuole Superiori di Secondo Grado, che hanno dimostrato grande interesse anche dopo la visione, ponendo quesiti intelligenti al regista, per concludersi in serata con una platea colta che ha animato il dibattito.
Un’opera che ha scosso e che ha innestato riflessioni ed interrogativi nell’animo dei presenti e che ha rammentato a tutti la vibrante e potente attualità del Ghibellin fuggiasco.
Mi duole per la Tamaro; tuttavia, non si può immaginare un mondo senza Dante, così come non lo si potrebbe immaginare senza Verga, o senza Manzoni, D’annunzio e tanti altri.
Ci perdonerà la coraggiosa autrice di “Và dove ti porta il cuore” ma, pur mantenendoci aperti ai richiami moderni, non riusciamo proprio a liberarci del nostro patrimonio culturale, unico ed irripetibile.
Francesco Russo
Responsabile Dipartimento Istruzione-Cultura Fratelli d’Italia Corigliano-Rossano