“La vita è il treno, non la stazione ferroviaria”. Come non essere d’accordo con quanto asserito dal celebre scrittore e poeta Paulo Coelho? Tuttavia, in questa significativa metafora dell’esistenza umana, anche la tappa, il luogo di sosta e fermata, il punto d’incontro, ha un suo perché.
Con rammarico, quindi, passando dall’astratto al concreto, s’apprende la notizia di un’attività che chiude, il cui titolare abbassa la propria saracinesca perché afflitto dal trascorrere del tempo e dalle crescenti difficoltà. Ancor più se questo avviene all’interno di una stazione ferroviaria, per la sua funzione di pubblico servizio.
Dal primo ottobre scorso, difatti, lo stimato concittadino Giuseppe Converso, che per anni si è adoperato con impegno e passione, ha cessato di svolgere la consueta attività presso il bar della stazione ferroviaria di Rossano. Un’opera, la sua, nel solco della nota e apprezzata famiglia di imprenditori del territorio alla quale appartiene, che ha sempre adempiuto con dedizione e professionalità.
La chiusura del bar e la decisione sofferta determinano, certamente, un “vuoto” per cittadini, turisti e passeggeri. Non solo bar, ma biglietteria e, soprattutto, punto di riferimento e socializzazione: tutto questo è stato finora possibile, grazie alla presenza del signor Converso.
Oggi, pertanto, un pezzo di storia della città termina il suo importante ruolo d’utilità sociale, ma rimarrà certamente caro alla memoria collettiva. Un’occasione, questa, per riflettere e rilanciare insieme le nostre stazioni ferroviarie, che tanto possono ancora rappresentare per la crescita della comunità.
FABIO PISTOIA