DOPO L’ALLUVIONE DEL 2015 I CONTROLLI SULLE ACQUE DI DEPURAZIONE RISULTARONO PREGIUDIZIEVOLI PER L’AMBIENTE. I GIUDICI DEL TRIBUNALE HANNO ASSOLTO L’ALLORA PRIMO CITTADINO, DIFESO DALL’AVVOCATO RODOLFO ALFIERI, RITENENDOLO ESTRANEO AI FATTI.
Finisce con l’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste la spinosa vicenda giudiziaria, nata a seguito dell’alluvione del 2015, e che aveva visto l’allora sindaco Giuseppe Antoniotti, insieme ad altri 3 tra tecnici e funzionari comunali, finiro sul banco degli imputati con l’accusa di violazione dei parametri e disastro ambientale. Per l’ex primo cittadino si chiude, così, una spinosa vicenda giudiziaria. Il processo trae origine da un controllo effettuato dalla Guardia Costiera su uno dei depuratori cittadini, effettuato ad un mese circa dal grave evento alluvionale dell’agosto di otto anni fa, che colpi l’area di Rossano e Corigliano. La contestazione che veniva mossa al sindaco pro tempore e agli altri tre imputati, in solido tra loro, era quella della violazione dei parametri di legge delle acque di depurazione.
La difesa dell’ex sindaco, difeso dall’avvocato Rodolfo Alfieri, ha sempre invocato la non punibilità degli imputati sostenendo che non era trascorso il tempo necessario per la formazione dei fanghi attivi poichè gli impianti erano stati investiti dal violento nubifragio causando la tracimazione delle vasche di decantazione.
Inoltre per il sindaco Antoniotti è stata richiesta, altresì, la non punibilità per la sussistenza dell’esimente dei reati a lui contestati, per aver conferito all’esterno la manutenzione degli impianti depurativi.
Si chiude, dunque, una brutta vicenda che oltre ad aver lasciato il segno dell’alluvione vedeva persino il sindaco di allora imputato di disastro ambientale. Antoniotti è stato assolto perché il fatto non sussiste.