di FABIO MENIN
Da notizie ufficiose apprese in sede riservata parrebbe che la società americana che avrebbe progettato un investimento industriale nel porto di Corigliano sarebbe intenzionata a produrre attrezzature utili alla produzione di nuove trivelle e/o utili alla rigassificazione.
Tale deduzione lascia intendere che le autorizzazioni istituzionali in possesso alla società americana provengano sia da fonte governativa attuale, (governo Meloni) , sia quantomeno x parere consultivo dal governo regionale. È anche possibile che i pareri istituzionali siano non definitivi. In ogni caso la prospettiva che parrebbe aprirsi è quella di un sito industriale utile allo sfruttamento delle risorse energetiche e del nostro mare.
Quindi porto e mare utilizzati non per lo sviluppo turistico o commerciale o agricolo, ma finalizzati allo sfruttamento energetico . In entrambi i casi si tratta di un investimento non pianificato nei programmi socio-economici del territorio , es. Il PSA ,o piano strutturale associato, ma frutto di una specie di colonizzazione energetica . Enel l’abbiamo perduta dopo la fine della centrale, e adesso ci svendiamo agli americani del petrolio. A quale padrone vogliamo obbedire?
Fabio Menin